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Note di regia di "Mission"


Note di regia di
Ho letto e ascoltato diverse opinioni sul problema dell’accoglienza dei migranti provenienti dall’Africa o da altre zone calde del Mediterraneo, sia nel mio paese, l’Italia, che altrove.
E’ indubbiamente un problema globale, non possiamo chiudere gli occhi, non possiamo pensare che non ci riguardi. In ogni parte del mondo c’è gente che è costretta ad abbandonare il proprio
paese per fuggire dalla guerra o semplicemente per andare a cercare altrove condizioni di vita più dignitose per la propria famiglia, e per farlo è disposta a lasciare tutto e a mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari, avventurandosi in viaggi insidiosi, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.
Molti non hanno abbastanza soldi per far partire tutta la famiglia, quindi preferiscono mandare solo i propri figli, ancora bambini, da soli, magari affidandoli a qualcuno che hanno appena conosciuto, pur di dare loro la possibilità di costruirsi una vita in un posto migliore, con la consapevolezza che non li vedranno mai più. Proviamo qualche volta a metterci nei panni di queste persone per capire che tipo di decisione sono costretti a prendere. Indipendentemente dall’idea che ognuno si è fatto in materia di immigrazione, non si può restare indifferenti dinnanzi a un bambino che attraversa il mare da solo verso una meta ignota, senza forse neanche rendersi conto di quanto stia accadendo, senza sapere cosa lo aspetti. Per me è stata un’emozione fortissima.
Alcuni paesi, come l’Italia, si sono impegnati, negli ultimi anni, in missioni di salvataggio dei migranti, che affrontano questi viaggi della speranza su vecchi barconi al limite della navigabilità.
Ci sono uomini che hanno fatto di questo lavoro la propria missione di vita.
Ho deciso di seguire un’operazione di salvataggio per capire come lavorano questi uomini.

Enrico Ventrice