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FESTA ROMA 11 - Francesco Patierno


La Napoli del 1944 nel film tratto dal libro di Norman Lewis. Il regista racconta le fasi di montaggio, la scelta dell'attore, la Napoli di ieri e di oggi


FESTA ROMA 11 - Francesco Patierno
Francesco Patierno (foto Pietro Coccia)
Un film sulla Napoli liberata dai nazi-fascisti e occupata dagli alleati. Hai scleto di leggere fedelmente il libro di Norman Lewis "Naples '44" affidando il racconto a un grande attore inglese, come avete scelto Cumberbach voce narrante?

"È un progetto nato in lingua inglese, come il libro e noi volevamo tenere la sua versione originale. e allora volevamo un attore di lingua ingelse che fosse capace di rendere al meglio quello scritto. Non volevamo fare una cosa retorica ma neanche fredda, e allora guardando attori inglesi, più che americani, volevamo fare un scelta non scontata. E in questo catalogo Cumberbach era finito al primo posto, perché avevamo sentito anche cose sue fatte alla radio, cioè svincolate dalle immagini".

Quanto nella Napoli del 1944 ci sono le radici della Napoli che raccontiamo oggi?

"Moltissimo, se non il cento per cento, quasi... nel meccanismo personale di innamoramento del libro e del progetto ho capito di quanto la nostra storia e la nostra identità sia profondamente radicata in quel rapporto e di quanto sia attuale. "Naples '44" credo che sia una delle migliori guide per iniziare a fare un viaggio nella città, e lo è anche per noi napoletani. Anche io stesso leggendolo mi sono visto in un altro modo".

Come hai scelto le sequenze dei film che appaiono in Naples '44?

"Ho cominciato a lavorare sulla manipolazione delle immagini già ne "La Guerra dei Vulcani", dando alle immagini dei film su cui lavoravo un altro senso, cioè il senso della storia che io stavo raccontando. Visto che l'esperimento aveva funzionato, ho affinato la tecnica in questo film e devo dire che trovando film adatti come "Il re di Poggioreale", e lo dico scherzando ma fino a un certo punto, in questo modo tu hai la possibilità di dirigere di nuovo quegli attori. Anche Totò diventa un altro personaggio, diventa Lattarulo (l'informatore di Norman Lewis n.d.r.) e tu regista lo manovri, non purtroppo dal vivo, ma manipolando queste immagini, e alla fine il risultato è lo stesso".

Com'è stato il lavoro di montaggio?

"È stata importante una fase della lavorazione: nella prima versione di montaggio che io definisco psichedelica perché non aveva neanche la voce narrante, l'abbiamo fatta vedere a una script editor inglese molto importante che mi ha fatto una scheda pazzesca dove mi diceva quello che funzionava ma anche quello che era da migliorare. Questa scheda mi ha aiutato tantissimo a capire su che cosa dovevo lavorare di più e questo sempre grazie al tempo che abbiamo avuto a disposizione per la realizzazione del film".

19/10/2016, 16:32

Stefano Amadio