LOCARNO 69 - Due lungometraggi eterei da vedere e da dimenticare


LOCARNO 69 - Due lungometraggi eterei da vedere e da dimenticare
Wet Woman in the Wind
Wet Woman in the Wind di Shiota Akihiko (Concorso internazionale) e La prunelle de mes yeux di Axelle Ropert, entrambi in prima mondiale, appartengono, secondo me, alla categoria dei film brillanti che suscitano curiosità, fanno parlare al momento, ma che vengono dimenticati in un batti baleno. Non perché siano mal fatti, ma per loro vacuità.

Wet Woman in the Wind, titolo che eufemisticamente potrebbe essere tradotto Donna in calore e slittando nella volgarità Cagna in calore, espressione che dice tutto all’immaginario maschile. Film definito dalla produzione soft erotico, o porno leggero.
Personaggi principali e partner di sesso a gogo Shiori e Kosuke. Lei giovane, bella e sessualmente molto attiva, lui commediografo in fuga dalla civiltà e alla ricerca di tranquillità. Si incontrano, si scontrano e fanno sesso . È sempre Shiori che con determinazione dirige le operazioni. È lei la cagna. E lui ? timido ed introverso entra nel gioco. Per rincarare la dose ai due, si uniscono una regista teatrale e la sua scalcagnata troupe, anche loro affamati di sesso. La loro presenza è secondo me la mossa astuta da parte del regista per dare una colorazione artistico- intellettuale al film. Filmato voyeuristicamente e con ritmo di riflessione giapponese ha anche il pregio di essere breve solo 77 minuti e basta.

Con La prunelle de mes yeux siamo ancora nel campo dell’ amore come dice il titolo stesso. Il legame che unisce i giovani protagonisti Elise, Theo, Leandro e Nicolai non è il sesso ma la musica. Abitano nello stesso stabile parigino, frequentano lo stesso ascensore, dal movimento molto lento, per dare loro la possibilità di leggere il graffito del giorno sulle sue pareti, detestarsi, socializzare e infine amarsi. La singolarità dell’intreccio è che Elise, accordatrice di pianoforti è cieca, Theo che è greco e musicista assolutamente nullo, per conquistarla si finge ipovedente. Situazioni comiche e quiproquo infiorettano le salite e le discese in ascensore. Intanto, la vita continua e ognuno ha i propri problemi del vivere quotidiano. La commedia è brillante ed avvincente, però sovente i dialoghi scadono in banalità da “Mes chers Voisins” ( miniprogramma televisivo quotidiano francese infarcito di banalità ed idiozie). Lodevole e riuscito il tentativo della regista di penetrare e scandagliare il mondo affettivo dei non vedenti.

Axelle Ropert, venuta alla regia dalla critica cinematografica e al suo secondo lungometraggio, mostra in La prunelle de mes yeux, buone capacità di regia e spiccato senso umoristico. Gli attori, in blocco, offrono performance accettabili. “Altezzosa”, nel personaggio, ma brava più di tutti Mélanie Bernier nel ruolo Elise, la vera cieca.

07/08/2016, 10:54

Augusto Orsi