LOCARNO 69 - Si parte dalla Svizzera


LOCARNO 69 - Si parte dalla Svizzera
Quest’anno diversi film svizzeri sono presenti a Locarno e non solo in competizione:

GOTTHARD di Urs Egger, è passato nella seconda serata prefestival. Tre ore di film, o meglio di fiction tv, su di una Piazza gremita. Una grande produzione Ssr che a dicembre arriverà in tv (in collaborazione con Zdf e Orf). Il lungometraggio mostra la prima grande impresa futuristica, di fine Ottocento, penetrare nel ventre della montagna e realizzare la prima galleria ferroviaria che collegasse Nord e Sud dell’Europa.
Due anni di lavoro e due mesi completi di riprese fra Andermatt, Lucerna e Valendas nei Grigioni (dove è stata ricostruita Göschenen), per una storia che attraverso un minatore anarchico italiano, un aspirante ingegnere tedesco e una giovane di Göschenen, all’ombra della montagna e di Louis Favre, colui che si fece carico del progetto, racconta dieci anni di Storia, fra il 1870 e il 1880, andata e ritorno dal grande sogno alla strage dei minatori in sciopero. Un bel progetto tv, spettacolare e ben recitato, pur con i limiti tipici dei film tv.

MOKA DI FREDERIC MERMOUD
Moka è il colore della Mercedes che ha investito il figlio di Diane Kramer e ne ha sconvolto la vita. Ricoverata in una clinica sul lago Lemano, la donna scappa e si mette alla ricerca del pirata della strada che ha ucciso suo figlio Luc. Da Losanna si trasferisce ad Evian dove pare abiti il colpevole, decisa a scoprire la verità. Protagoniste del film due grandi attrici del cinema francese che sono presenti a Locarno per l’anteprima mondiale del lungometraggio: Emmanuelle Devos e Nathalie Baye. Moka, che porta allo schermo il romanzo omonimo di Tatiana De Rosnay, anche se ben filmato, risulta a tratti decorativo, turistico e manca della forza di un giallo sociale. Emmanuelle Devos non sembra essere completamente “dans sa peau” (non sembra essere a suo agio nel suo ruolo). Irriconoscibile, ma credibile Nathalie Baye nel personaggio di Marlène, la presunta colpevole.
Ben ricostruito è invece l’ambiente lacustre, efficaci anche i personaggi secondari. Il vallesano Frédéric Mermoud non è un nome nuovo al Festival di Locarno. Nel 2009 con Complice, un polar intimista ha partecipato alla Concorso internazionale.

Un Juif pour l’exemple di Jacob Berger
Lungometraggio di atmosfere, rievocativo con poche luci e molte ombre. Anzi tenebre e non solo metaforicamente
Il film è liberamente ispirato all’omonimo romanzo del 2009 di Jacques Chessex. Lo scrittore svizzero (1934-2009, vincitore del premio Goncourt nel 1973 con L’orco). Nel 1942, quando aveva solo otto anni, era rimasto profondamente turbato da un delitto avvenuto nella sua cittadina, Payerne. L’uccisione dell’ebreo bernese Arthur Bloch, stimato commerciante di bestiame, da parte di alcuni balordi simpatizzanti locali del nazismo. Passato e presente si compenetrano nel racconto con un effetto di straniamento teatrale. Entra in scena lo stesso Chessex, ormai famoso scrittore (interpretato da André Wilms), contestato da parte dell’opinione pubblica per aver riportato a galla con il suo libro, 67 anni dopo, quel tragico oscuro passato. Tanto più che i colpevoli erano stati processati e condannati.

06/08/2016, 09:09

Augusto Orsi