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LOCARNO 69 - Per dieci giorni Locarno
centro della cinematografia mondiale


LOCARNO 69 - Per dieci giorni Locarno centro della cinematografia mondiale
Le luci della ribalta della 69ma edizione del Festival di Locarno, in calendario dal 3 al 13 di agosto 2016, illumineranno uno degli schermi all’aperto più grandi del mondo (26 metri di lunghezza e 14 di altezza). Ma aspettando, l’inizio del Festival, il Salotto buono di Locarno, in Piazza Grande, presenterà due lungometraggi: l’omaggio a Bud Spencer, domenica 31 luglio con la proiezione del film "Lo chiamavano Trinità…" di Enzo Barboni, e martedì 2 agosto l’anteprima mondiale della più importante produzione televisiva svizzera di tutti i tempi: "Gotthard" di Urs Egger. Ad aprire la serata dedicata al tunnel del San Gottardo sarà il cortometraggio "Sotto il Gigante", di Niccolò Castelli, prodotto da Paranoiko pictures in coproduzione con RSI, Cinémathèque suisse e FFS. Cinque minuti che raccontano cent’anni di fatica al servizio di un’idea. La serata, offerta da "Gottardo 2016", sarà dunque un ponte tra il Festival e il tunnel del San Gottardo legandosi, grazie alla magia del cinema, alle celebrazioni per l’inaugurazione della galleria di base avvenute lo scorso 1° giugno.

Piazza Grande, con la possibilità di accogliere sotto le stelle fino a 8000 spettatori, è uno dei luoghi storici del Festival di Locarno e una delle sue attrazioni principali. Un luogo magico dove si può sognare ad occhi aperti, dove si incontrano e si mescolano i diversi tipi di frequentatori del Festival, (Festival goers): estimatori del Pardo, spettatori casuali, che forse vanno al cinema poche volte all’anno, e cinefili di lungo corso. La sua programmazione sempre in bilico, tra l’offerta di opere popolari e di svago e film intellettuali, che mandano in solluchero chi sostiene che un film per essere valido deve trattare argomenti seri e in modo noioso, è stata sempre un rompicapo per i direttori del passato e penso che lo sia anche per quello di oggi . Carlo Chatrian alla sua quarta edizione, fin ora è riuscito ad offrire un cartellone di qualità.

Della programmazione, di 16 lungometraggi, che più che mai si presenta varia, ricca di spunti, ma anche globalizzata, ecco quanto tra l’altro ha dichiarato “Ovviamente sulla Piazza Grande determinate cinematografie – penso a quella americana e a quelle europee come la francese, la tedesca e l’italiana anche se il discorso è un po’ diverso – sono regolarmente presenti per via della forza produttiva che hanno alle spalle e dei codici linguistici proposti che il pubblico riconosce immediatamente. La vera sfida è quella di mostrare opere che vengono da altre cinematografie e che hanno la forza e potenza di immagini e di racconti necessari per affrontare uno schermo enorme come quello della Piazza. Quest’anno, siamo stati toccati da racconti che vengono appunto da cinematografie che da tanti anni non erano rappresentate a Locarno. Penso per esempio al film del Mozambico, Comboio de Sal e Açucar, al film coreano Teo-neol o al film malese Interchange. La varietà dei film proposti è importante perché uno degli obiettivi che il festival si è prefissato è quello di aprire nuove strade per quanto riguarda il mercato cinematografico. In questo senso la Piazza Grande propone da un lato film attesi o che arrivano già con una distribuzione assicurata come nel caso di Jason Bourne o dell’ultima fatica di Ken Loach I, Daniel Blake , ma anche film come il tedesco Paula o l’ultima fatica di Frédéric Mermoud Moka”.

Dei sedici lungometraggi, di cui 9 in prima mondiale, non si può dire di più di quello delle indicazioni delle produzioni . Nelle carte ufficiali si parla di un vento che guarda al futuro e di film che mai come quest’anno indagano l’attualità (vedi il percorso di radicalizzazione islamica in "Le ciel attendra") e la Storia, nelle sue tracce più note (l’esilio in America latina di Stefan Zweig in "Von der Morgenröte".

Il 3 agosto si apre con "The Girl With All the Gifts", diretto da Col McCarthy. Qua, ancora Chatrian “…dietro le apparenze di un film di genere, dietro la visione apocalittica di un mondo privato di umanità, riscopre nell’incontro con il diverso la scintilla che rende possibile un nuovo orizzonte…”. Questo zombie movie, tratto dal best seller "La ragazza che sapeva troppo", ha come protagonista una bambina.

Il 13 agosto il cartellone ha la sua conclusione con il colossal bollywoodiano "Mohenjo" del regista indiano Ashutosh Gowariker che nel 2001 con le sontuose immagini di "Laagan", aveva stupito e conquistato il pubblico di Piazza Grande. Speriamo che possa ripetere lo stupore anche con questo nuovo film.

30/07/2016, 15:33

Augusto Orsi