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Note di regia de "Il Giorno più Bello"


Note di regia de
In questi ultimi mesi in Italia si sta parlando vivacemente delle unioni civili, sia dal punto di vista politico che sociale. Un tema di attualità che ritengo sia importante affrontare anche nel cinema. Il giorno più bello è una storia romantica e ironica - una commedia frizzante che strizza l’occhio a pellicole come Priscilla e Il vizietto - con una forza narrativa molto precisa. Il film affronta la storia di due giovani che vogliono sposarsi e che devono fare fronte alle problematiche che la loro scelta può causare all’interno delle rispettive famiglie, elemento che accomuna la storia a tante altre realtà simili, con la differenza che i protagonisti della commedia non sono un ragazzo e una ragazza ma due ragazzi: Andrea e Filippo. Qui entra in gioco il loro grande amore che dovrà prevalere sulle eventuali difficoltà che i loro cari causeranno. Curiosamente la tipica famiglia del sud non avrà problemi ad accettare la scelta della coppia, mentre la famiglia colta e borghese verrà raggirata e ingannata per evitare che venga a sapere la vera identità della “sposa”. Si creeranno così situazioni ambigue che si complicheranno e cresceranno di tensione fino a esplodere nel finale. Dunque un rapporto di coppia - in questo caso tra uomo e uomo - che gioca sul dualismo verità-menzogna, elementi che spesso coesistono all’interno di una famiglia, prescindendo dall’orientamento sessuale. Il giorno più bello è un film in cui si sorride e che fa riflettere per il modo in cui vengono affrontati i rapporti interpersonali. Ecco perché è stato importante scegliere un cast artistico di qualità - sia i protagonisti che i ruoli secondari – in grado di interpretare al meglio la sceneggiatura e arricchirla di sfumature realistiche e ironiche. Si tratta di una commedia degli equivoci che sfiora l’impostazione teatrale data dai fitti dialoghi e dalle scene girate in interni in cui numerosi personaggi entrano ed escono rafforzando il plot narrativo. Viene data quindi priorità alle azioni degli attori, seguendoli senza limitazioni con la macchina da presa, modus operandi che utilizzo solitamente soprattutto nei miei lavori con i bambini, grazie anche all’operato di una troupe collaudata con la quale lavoro ormai da anni. La chiave stilistica che ho deciso di dare al film sarà la stessa che ha caratterizzato le mie precedenti opere come Matilde, presentato alla Berlinale 2013, e Il Valzer dello Zecchino® (dove protagoniste sono le vicende di tre famiglie italiane): raccontare una storia in modo delicato e sensibile, generando curiosità e immedesimazione da parte dello spettatore. Il film avrà, quindi, da un lato un look molto pop sostenuto da una scelta precisa di scenografia e costumi. Dall’altro ci saranno esterni suggestivi tipici dei paesi della Valle d’Itria: Alberobello, Locorotondo, Martina Franca. La Puglia, dove sono nato, è infatti anch’essa al centro del racconto, con la scelta di una masseria proprio nei dintorni di Alberobello dove sono ambientate le scene della festa del matrimonio. Conosco bene quanto in questa terra un matrimonio si possa trasformare in un vero e proprio evento e in questo caso lo sarà realmente, data la presenza della troupe televisiva che riprenderà e trasmetterà in diretta i festeggiamenti. Le storie ricche di personaggi e le situazioni vivaci mi hanno sempre affascinato sia da regista che da spettatore. Il mio lavoro sarà quindi quello di rispettare la sceneggiatura brillante del film dove sono assenti i momenti di noia, trovando sostegno anche nella scelta di musiche diegetiche, spaziando dal repertorio italiano a quello internazionale che sarà parte della colonna sonora del film ed enfatizzando soprattutto le scene cariche di emotività, tensione e divertimento.

Vito Palmieri