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AN AFTERTHOUGHT - Quando Wendy crebbe...


Matteo Bernardini firma un cortometraggio al testo di Barrie che è anche l'epilogo del suo primo lungo


AN AFTERTHOUGHT - Quando Wendy crebbe...
La produzione è di Neverbird Productions, in co-prododuzione con The Open Reel (che ne è anche distributore ufficiale), a cui si aggiungono la produzione esecutiva di Lume e ben quattro produzioni associate (Babydoc Film, IK Produzioni, Four Studios Communication e Margutta Digital): potrebbero bastare queste informazioni per rendere l'idea della complessità della realizzazione di "An Afterthought", cortometraggio indipendente diretto da Matteo Bernardini e scritto da lui stesso insieme all'autrice italo-iraniana Sahar Delijani sulla base dei testi di J.M. Barrie "Peter & Wendy" e, per l'appunto, "An Afterthought".

Girato in quattro intensi giorni al termine di un mese e mezzo circa di preparazione, vanta un cast tecnico di prima qualità (un nome su tutti, Italo Petriccione alla fotografia) e una cura al dettaglio da grande produzione. A fine luglio, prima davanti a una platea di 900 bambini al Giffoni Film Festival e poi al BIFAN, in Asia, uno dei maggiori festival del fantastico al mondo, il corto ha avuto la sua (doppia) première mondiale.

Diciassette minuti di durata per il racconto di una serata a casa di Wendy, che ora è cresciuta ed è mamma di una bimba che ha la sua età al momento dell'incontro con Peter Pan. Di lui spesso parlano, e le storie che lo riguardano sono le preferite dalla piccola: una sera, però, Peter ritorna davvero e per Wendy sarà il momento di affrontare quello che riteneva essere un lontano ricordo. E invece...

"L'idea - ha spiegato il regista e autore - nasce dal progetto di un lungometraggio ambizioso a cui sto lavorando, la prima versione assoulta del Peter Pan di Barrie fedele al testo, e non trasformata in una fiaba per bambini. Lo sto scrivendo con una straordinaria scrittrice italo-iraniana, Sahar Delijani. È frutto di una lunga ricerca, anche su materiali mai pubblicati: Barrie ha portato in scena Peter Pan dal 1902 al 1928, quando finalmente si convinse a pubblicarne il testo. Nel frattempo, nel 1911, ne aveva realizzato una versione romanzata (con il finale che abbiamo usato noi) e anche un atto unico, intitolato proprio "An Afterthought", messo in scena una sola volta a sorpresa e dedicato proprio alla vita di Wendy una volta cresciuta".

Fino ad oggi la storia di Peter Pan è stata portata al cinema solo da grandi studios, che ne hanno inevitabilmente creato una versione per il pubblico più ampio possibile. "La storia originale si ispira a Carroll, Stevenson, Andersen, è per un pubblico trasversale. A livello formale vogliamo presentarci come un'alternativa, la qualità era importante ma non potendo avere lo stesso budget la cosa fondamentale era non sfigurare. Siamo la prima produzione italiana ed europea ad affrontare il testo!".

Peter Pan mostra uno scardinamento delle convenzioni della società inglese dell'epoca, che vedeva i bimbi come angelici ma li faceva lavorare nelle miniere. "I bambini del testo sono felici in quanto egoisti, per volare - scrive letteralmente Barrie - bisogna essere 'senza cuore', termine che dice molto. Nell'Isola che non c'è si divertono a uccidere i pirati, che poi altro non sono che gli adulti...".

Produttivamente il corto precede un lungo che verrà. "A un certo punto - prosegue Bernardini - è nata l'idea di estrapolare questo momento del racconto, che ha vita propria ma sarà anche l'appendice finale del lungo. È molto impegnativo, girato in inglese, ed è tutto fuorché la favola a cui siamo abituati. La sceneggiatura è pronta, stiamo cercando i finanziamenti mentre lo storyboard è in evoluzione. Ho già il cast in mente, il padre di Wendy lo farà Michael Maronna, che è stato ai tempi uno dei protagonisti di 'Mamma ho perso l'aereo' e poi protagonista di una serie tv culto degli anni '90, 'The Adventures of Pete & Pete'".

L'amore per il testo di Barrie in Bernardini è nato giovanissimo: "Nella prima infanzia, direi. A 3-4 anni me lo leggevano, il primo disegno che ricordi di aver fatto è Wendy che vola! Per arrivare a immaginarlo come il mio primo lungometraggio è stato importante vedere che un autore come Garrone si era confrontato con la fiaba, come già Comencini fece con Pinocchio. L'obiettivo era dimostrare che si può fare, e si può fare qui in Italia: cast internazionale e troupe italiana, la combinazione perfetta di tanti film che ho adorato (da "C'era una volta in America" a "900")".

Infine, il cast: Lisa Dwan, che interpreta Wendy, ha una solida tradizione teatrale in Inghilterra, mentre i due bambini sono entrambi alla prima esperienza e scelti tra tanti coetanei madrelingua dopo un attento casting.

01/08/2016, 13:34

Carlo Griseri