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A Pesaro una tavola rotonda sul futuro del nuovo cinema


A Pesaro una tavola rotonda sul futuro del nuovo cinema
Si è svolto il primo incontro al Centro Pescheria Arti visive di Pesaro del titolo Il futuro del Nuovo Cinema 3 con gli interventi di Cecilia Ermini, Annamaria Licciardello, Dario Marchiori, Ivelise Perniola, Daniela Persico e Eva Sangiorgi.

Che cosa significa Nuovo Cinema oggi, dopo la definizione che diede cinquant’anni fa Glauber Rocha di Novo Cinema? E’ questo l’interrogativo principale che questi giovani studiosi e critici cinematografici hanno dibattuto alla Pescheria. L’incontro è collegato con la sezione satellite Visioni per il cinema futuro, a cura di Anthony Ettorre, il pesarese Mauro santini e Gianmarco Torri, del nuovo cinema italiano a basso costo. Uno spazio aperto per opere disimogenee in quanto il nuovo cinema italiano e estero ha bisogno di aperture , spazio per essere visto, prima di tutto, e discusso anche nei suoi difetti, in un altro luogo che non è quello della sala cinematografica: il web.

Per questo motivo in queste giornate della Mostra si passerà da un mosaico fotografico, musicale e poetico con "Adagio Jean Jaures" di Francesco Cazzin, Giovanni Cazzin,Francesca Rusalen e Gregorio Tenti ad una riflessione sullo spazio reale e digitaleche si coniuga con quella della scelta dell’immaginazione sopra la realtà, attraverso la storia di una donna che si mette alla ricerca di uno sconosciuto nei pressi di Dubai con Comfort Zone di P.Sardella. Si è parlato di dimensione spaziale e temporale nella tavola rotonda e le citazioni di G.Deleuze, sono state alla base del dibattito. E già nella sezione Critofilm.

Cinema che pensa il cinema a cura di Adriano Apra, si sono riprese le coordinate dello spazio e del tempo, che caratterizzarono già il cinema muto e che sono alla base del nuovo cinema. Dagli anni Sessanta a partire dalla famosa serie francese Cineastes de notre temps di Janine Bazin, la televisione, ha sottolineato il curatore Adriano Aprà, ha incoraggiato questo tipo di produzioni. Poi negli anni Novanta con l’arrivo del digitale e DVD e del web si è sviluppata in maniera esponenziale.

Da qui la nascita di un nuovo genere il critofilm o film essay che a sua volta comprende numerosi sottogeneri, film sulla storia del cinema, sulle cinematografie nazionali, sugli autori e registi. Ma quado è stato coniato il termine Critofilm? E’ nato nel 1952 quanto lo storico dell’Arte Carlo Ludovico Ragghianti per definire i film da lui stesso relaizzati sulla pittura, adoperò questo termine. E nella tavola rotonda si è parlato da quel momento anche di nuova critica . Poi le citazioni di Godard, che più di tutti gli altri si è interrogato sulle molteplici forme linguistiche e sull’elemento filmico in generale, e suo video-saggio Vrai faux passport, analizza l’opera dei registi del passato e del presente. Ma tante dimostrazioni come la ricerca cinematografica in Antonioni, Rossellini, Pasolini, Visconti. Ma il futuro del Nuovo Cinema, ha un significato ancor più ampio, che il direttore artistico della Mostra,Pedro Armocida, ha voluto far conoscere agli spettatori di piazza del Popolo con film, opere prime o secondein anteprima mondiale, internzionale e italiana.

Paolo Montanari

04/07/2016, 15:33