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GREY LADDER - Giovani, competenti e digitali


Intervista ad Alessandro Regaldo e Davide Mela dell'attivissima casa di produzione torinese.


GREY LADDER - Giovani, competenti e digitali
Parlano di piccoli (ma interessanti) corti girati con amici professionali, e in molti casi professionisti, con la stessa facilità con cui raccontano gli incontri esclusivi nei palazzi più prestigiosi del cinema mondiali con i colossi degli studios USA: la giovane e dinamica società produttrice Grey Ladder ha intenzione di percorrerla a lungo, in tutte le direzioni e a grande velocità, quella 'scala' che hanno voluto mettere nel loro nome e nel loro logo.

Incontriamo Alessandro Regaldo e Davide Mela, due dei storici promotori del gruppo (Regaldo è il fondatore) insieme a Stefano Accomo, Edoardo Fornelli, Edoardo Scavo e Emiliano Ranzani, negli spazi produttivi della Film Commission Torino Piemonte, dove sono impegnati nelle riprese di un cortometraggio di animazione in stop-motion, Framed, e dove contemporaneamente portano avanti moltissimi altri lavori.

Attivi dal 2014, fin da subito hanno avuto la consapevolezza di come muoversi nel settore per riuscire a lavorare, costruire progetti interessanti e mantenere in attivo il loro business. "Per un po' di mesi, all'inizio, abbiamo alternato la scrittura di idee nostre alla realizzazione di videoclip musicali e spot, che ci sono serviti per fare esperienza e soprattutto fare cassa. Questo ramo della nostra attività è andato bene, oltre ogni nostra previsione, e ci ha consentito di sospenderlo per qualche tempo e dedicarci solo ai nostri progetti: ora abbiamo quattro cortometraggi in fase di chiusura, un lungo in pre-produzione, tre serie tv che stiamo sviluppando per Netflix, una fitta collaborazione con il portale Qubik.tv e un documentario in realizzazione. Tante cose, tutte realizzate insieme ad altre realtà produttive, torinesi e non, italiane e internazionali, perché da subito ci è stato chiaro che da soli avremmo potuto fare molto, troppo poco".

L'ultimo videoclip girato da Grey Ladder in realtà deve ancora uscire (per la band Soundstorm, un complicato lavoro in costume con effetti speciali che vedrà la luce entro la fine dell'estate), e dall'autunno lo studio torinese non esclude di riprendere a fare progetti più commerciali: "Abbiamo dato il via a un'intensa rete di lavori, ora possiamo anche alternare il loro sviluppo a prodotti che ci diano le energie economiche per continuare il nostro lavoro. Anche perché molte nostre idee hanno trovato partner prestigiosi, e i tempi di lavoro quando i nomi in ballo sono così grossi inevitabilmente si dilatano".

Cerchiamo di andare con ordine, anche se le attività di Grey Ladder sono così tante che non è semplice. Sono quattro i corti co-prodotti che prima di settembre saranno completati e vedranno la luce: "Framed, diretto da Marco Jemolo, è un interessante lavoro in stop motion, genere troppo poco sviluppato in Italia. Lo stiamo portando avanti con un gruppo di produttrici romane. Poi c'è Birthday, diretto da Alberto Viavattene, una celebrità nel mondo dell'horror con cui lavoriamo da tempo: è un progetto di Indastria Film a cui noi collaboriamo, con Roxanne Duran e Sidne Rome, girato in parte all'interno dell'ex manicomio di Collegno. Incipit è un corto diretto da Taiyo Yamanouchi, co-prodotto insieme a Dimago, che ha il respiro per diventare il pilota di una serie ma anche per restare un'opera unica, vedremo. Infine Like a butterfly di Eitan Pitigliani, girato a Los Angeles e co-prodotto con la Falcon Productions, distribuito da Rai Cinema Channel. Io (Alessandro Regaldo, NdI) ho conosciuto Eitan a Londra, alla Film Academy, e mi ha chiesto di fargli anche da sceneggiatore".

Ed è solo l'inizio, o quanto meno una parte. I progetti grossi sono altri: "Lo scorso anno, al Marché del Festival di Cannes, siamo andati con alcune nostre idee per incontrare produttori internazionali. Era in programma anche una conferenza di presentazione di Netflix, e ci siamo incuriositi. A fine incontro, il responsabile del network ha comunicato ai presenti la sua email chiedendo a tutti di inviargli i propri progetti. La sera stessa, un po' per gioco ma anche perché siamo abituati a lanciarci nelle cose senza paura, abbiamo inviato i nostri pitch: alle 10 del mattino successivo abbiamo avuto la risposta, in cui ci veniva chiesto di incontrarsi 6 mesi dopo per un approfondimento. E sei mesi dopo precisi, nei giorni in cui il lancio in Italia è stato ufficializzato, ci hanno contattato per incontrarci di nuovo, sempre a Cannes, e parlare delle nostre idee".

L'incontro a Cannes si è svolto in un clima di estrema riservatezza (quattro metal detector, due controlli dei documenti, un piano intero riservato a Netflix a cui accedeva solo un addetto con la chiave...). Regaldo racconta come poi sia stato professionale ma informale. "Ero tesissimo, sono entrato sudando e il loro acquisition manager mi è venuto incontro, mi ha abbracciato chiamandomi per nome e dicendo che era un piacere incontrarmi... ha spazzato via ogni tensione! Avevamo portato sei idee: tre le hanno scartate, senza dilungarsi troppo. Su due ci hanno chiesto di svilupparle ancora ma di tenerli informati perché sono molto interessati, e l'altra è Blatta".

La questione Blatta merita un approfondimento a parte. Durante il Salone del Libro di Torino abbiamo intervistato Alberto Ponticelli, autore della graphic novel omonima, i cui diritti sono stati acquisiti da Grey Ladder e che presto diventerà una serie, tv o web ancora non si sa... "Quando siamo entrati noi nel progetto era circa un anno che si tentava di portare avanti la trasposizione, ma solo per farne un corto. Poi le cose sono cambiate, abbiamo chiesto ad Alberto di diventare il produttore esecutivo e questo lo ha convinto definitivamente (stava cambiando opinione, stanco di non vedere risultati!). A Netflix la nostra idea è piaciuta molto, i nomi in ballo sono importanti - Daniele Ciprì alla regia - e siccome ci sono anche altri soggetti produttivi interessati, come Cubik.tv, la progettazione porterà via ancora un po' di tempo. Il 13 luglio pubblicheremo il quarto e ultimo teaser sul nostro profilo Facebook, ma per il resto abbiamo fatto un passo indietro: noi siamo l'anello tra autori e realizzatori, io (Regaldo, NdI) e Alberto saremo gli showrunner della serie ma ci sono nomi più grossi e importanti coinvolti, Grey Ladder questo lo ha capito da subito: per riuscire un giorno a sviluppare idee nostre al 100%, o poter essere noi in prima persona a scrivere o dirigere grosse produzioni dobbiamo prima farci un nome e realizzarci collaborando con quante più realtà importanti ci siano".

L'universo narrativo di Blatta è stato espanso, Ponticelli sta lavorando a idee che lo completino in tutte le direzioni (temporali e crossmediali): "Anche perché Netflix di ogni idea che ascolta vuole avere anche la sicurezza di poterne ricavare almeno 3 stagioni, quindi ci siamo dovuti preparare a fondo".

Potrebbe chiudersi qui il racconto dei progetti a cui sta lavorando Grey Ladder, e invece no: almeno due sono i capitoli da affrontare. Il primo è la collaborazione con la già citata Cubik.tv. "È stata presentata come la Netflix italiana, ma è altro, ha un'agilità maggiore e non punterà su abbonamenti, bensì su contenuti pubblicitari. Verrà presentata ufficialmente a settembre, ma stiamo già lavorando con loro da tempo e oltre a sviluppare qualche serie - una in particolare è al momento la più avanti, 5 puntate realizzate per la prima volta al mondo in 360-narrativo, da vedersi o con gli occhiali della realtà virtuale o navigandovi dentro. Oggi entrambi lavoriamo (anche) per loro (Regaldo come acquisition manager, Mela sul versante social media, NdI) e abbiamo tre iniziative che saranno sviluppate da subito. Pitch Cube e Pitch Pilot sono due 'talent' legati alla presentazione di idee (o di puntate pilota già realizzate) che verranno scelte da pubblico e da esperti e poi prodotti dal portale. Into the Lab è invece più specifico sul versante horror, ha una struttura simile ma una rete di tutor - Dario Argento, Sergio Stivaletti e molti altri - che affiancheranno le diverse idee e saranno co-registi del progetto che vincerà...".

Infine, il progetto più apparentemente "normale": "Stiamo co-producendo un documentario con Duel: Film di Franco Dipietro. Lui è il regista, si intitola Subs Heroes e racconta il mondo dei sottotitolatori del web, coloro che si occupano di realizzare a tempo record i sottotitoli delle serie tv estere per permettere ai fan italiani di vederle quasi in contemporanea con il resto del mondo. Si concentra sulla comunità di Itasa, la seconda più grande al mondo (la prima in Europa), diventata nota ai tempi di Lost e in possesso di record internazionali di velocità... L'ha fondata Klonni, che ai tempi era sedicenne e fan di O.C., che Italia 1 aveva smesso di trasmettere: oggi è una comunità enorme e affiatata, si incontrano tutti gli anni e sono dei veri e propri hacktivisti. Ne vogliamo parlare anche con Netflix, sembrano 'nemici' ma in realtà è merito di operazioni come queste se il pubblico italiano è diventato intenso fruitore di serie tv permettendone l'arrivo in Italia...".

Ci sarebbe ancora da parlare di un lungometraggio horror che Grey Ladder sta sviluppando, ma il riserbo è quasi assoluto: "Lo dirigerà Emiliano Ranzani, siamo tornati da Cannes con tre distributori internazionali interessati, e ora quindi dovremo metterci a scriverlo. Farlo prima di avere la sicurezza di questo ci pareva davvero folle".

Un altro progetto da affiancare agli altri, in attesa di qualche nuova idea da sviluppare... Servirà una scala più alta.

18/06/2016, 18:10

Carlo Griseri