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FFF18 - THE BOY AND THE BEAST di Mamoru Hosoda


FFF18 - THE BOY AND THE BEAST di Mamoru Hosoda
Ancora il Giappone è stato protagonista della seconda giornata del Future Film Festival, il cui sguardo quest’anno è particolarmente rivolto all’estremo Oriente, con il paese del Sol Levante e la Corea del Sud protagoniste principali.

Attesa era l’anteprima di The Boy and the beast di Mamoru Hosoda, già autore dell’ottimo Wolf Children (2012). Pur di qualche gradino inferiore alla precedente fatica dell’autore, da molti considerato il vero erede di Miyazaki e Takahata, il film conferma il suo talento così come riprende alcune delle sue tematiche preferite: il racconto di un percorso di crescita e degli smottamenti dell’adolescenza e del rapporto con le figure genitoriali assenti e presenti, in particolare per quanto riguarda la ricerca del padre, tutto metaforizzato dalla contrapposizione/convivenza tra la realtà e un universo fantastico.

Un bimbo, rimasto orfano di madre, scappa e si ritrova in un mondo parallelo, abitato da animali più o meno antropomorfi. Qui incontra Komatetsu, orso un po’ cialtrone e pigro; i due instaurano un rapporto molto simile a quello tra padre e figlio che permette a entrambi di crescere, fino all’avventura finale che interessa entrambi i mondi e grazie alla quale i due prendono reale consapevolezza del loro ruolo e di ciò che realmente vogliono. Il film soffre solo di qualche ridondanza nella seconda parte, non sempre fluida ma risollevata da un’ottima chiusura, e forse di un quarto d’ora di troppo, ma riesce ad amalgamare con naturalezza ed efficacia diversi toni: la comicità, dominante nella prima parte, l’intimismo psicologico che è la cifra costante e l’azione che esplode nel finale.

Semplice nella pur non lineare narrazione così come nel comparto grafico, d’alto livello soprattutto nel tratteggio dei paesaggi e dei panorami (si veda, per esempio, il caos di Tokyo o la sequenza delle costellazioni che appaiono all’improvviso in cielo) ed estremamente tradizionale, The Boy and the beast si rivolge principalmente ad un pubblico di bambini, riuscendo però a divertire, affascinare ed emozionare anche gli adulti: cosa che ormai si afferma come un mantra di ogni film d’animazione, ma che in questo caso è particolarmente vera.

L’essenza stessa di doppio racconto di formazione del giovane e del “padre” adottivo simboleggia il duplice fronte a cui il film si rivolge, cercando di avere una funzione educativa senza didascalismi e prediche di sorta. Da questo punto di vista, così come per quanto riguarda la convivenza di mondi fantastici e realtà, il film ricorda un po’ la poetica Miyazakiana, ma non mancano riferimenti alla tradizione Disney, a partire dai costanti intermezzi comici e dalla dichiarata antropomorfia degli abitanti del mondo parallelo. Pur non del tutto ai livelli di Wolf Children e de La Ragazza che saltava nel tempo (2006), The Boy and the beast rimane un piatto prelibato che conferma Hosoda come uno dei protagonisti di primo piano del cinema d’animazione. Potrete avere una conferma settimana prossima, quando il film verrà distribuito nelle sale italiane.

Edoardo Peretti

05/05/2016, 15:00