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FFF18 - MISS HOKUSAI di Keiichi Hara


FFF18 - MISS HOKUSAI di Keiichi Hara
Miss Hokusai
La diciottesima edizione del Future Film Festival è stata inaugurata dal film d’animazione Miss Hokusai di Keiichi Hara, dedicato alla figura di Oui Hokusai, figlia del celebre artista giapponese Katsushika Okusai, attivo tra la fine del XVIII secolo e il XIX e forse il pittore giapponese più celebre, capace anche di influenzare l’impressionismo.

Anche Oui era pittrice; collaborava col padre e si specializzò nel ritratto di donne e geishe. Di lei, sono rimaste una decina di opere. Il ritratto che il film ci offre è quello di una donna allo stesso tempo fiera, orgogliosa e un po’ sofferente, in parte schiacciata dall’ombra del grande – e un po’stravagante - padre e in parte capace di influenzarlo e condizionarne i comportamenti. Il misto tra la malinconia e la forza interiore è, del resto, già evidente nel tratteggio del volto della protagonista, caratterizzato da una dolce fierezza.

L’alto livello grafico dell’opera, che va oltre la semplice professionalità alla quale ci hanno abituato anche i film d’animazione giapponesi non straordinari o memorabili, viene confermato da come continuamente la narrazione si mescoli alle opere d’arte, che siano della protagonista o del padre, e dai frequenti inserti fantastici e onirici con la mitologia giapponese protagonista. Non si tratta di semplici citazioni, ma proprio di un flusso in cui la realtà e l’arte, con la sua totalizzante furia creatrice, si mescolano e si influenzano a vicenda, che ricorda – pur con le ovvie mille differenze – certe sequenze di un film come Turner di Mike Leigh (Nota: esempi di opere che possiamo vivere guardando il film sono questo o questo).

Miss Okusai funziona anche per i vari toni che lo caratterizzano, tutti ben amalgamati: non mancano momenti comici e ironici, ci sono inserti fantastici e quasi horror e ci sono frequenti momenti melodrammatici: quest’ultimi vengono affrontati con il pudore e la delicatezza poetica tipica di molti prodotti simili del Sol Levante, capaci di trasmettere quasi un senso di serenità nei momenti più drammatici e tragici, e soprattutto di affrontarli senza eccessi retorici. Anche da questo punto di vista si conferma funzionale il continuo dialogo tra “realtà” della narrazione e i mondi creati dall’artista. Miss Okusai è quindi un efficace, divertente ed emozionante ritratto femminile di una misconosciuta protagonista dalla grande forza, interiore e non, che sarebbe un peccato non poter ammirare nelle sale italiane.

Edoardo Peretti

05/05/2016, 08:44