!Xš‚‰

Note di regia di "Non dirlo al mio capo"


"Non dirlo al mio capo!" racconta le quotidiane spericolate disavventure di una donna costretta a dividersi tra famiglia e lavoro. Lisa, madre e moglie felice dalla buona borghesia napoletana, si ritrova da un giorno all'altro vedova, povera e cornificata. La sua condizione di madre/disoccupata deve improvvisamente cambiare: spinta dall'emergenza economica tira fuori dal cassetto la sua laurea in giurisprudenza e si procura un lavoro. Costretta dalle circostanze, mente sulla sua identità, rinnega i suoi 2 figli e si finge single pur di ottenerlo, e da lì si trova a vivere una doppia vita, ad avere una doppia identità. Sembra un incipit drammatico, è invece la nascita di un nuovo supereroe moderno, molto diffuso ma non per questo meno eroico: ha il suo costume, un tailleur da lavoro; la sua doppia vita, a casa e in ufficio; i suoi supernemici, un capo dispotico che odia i bambini, una figlia sedicenne sempre in rivolta e pronta alla critica, una collega dal look impeccabile, gelosa e prepotente, un figlio di otto anni bravissimo a combinare guai. E’ quindi costretta a sviluppare i suoi superpoteri: l'ubiquità prima di tutto, e poi la capacità di cogliere le situazioni al volo, di fronteggiare un quotidiano fatto di piccole e grandi bugie, di corse vorticose per assolvere tutti i suoi doveri di madre e di dipendente. Ha anche i suoi alleati: una vicina di casa, ricca, annoiata e appena separata, che le farà da tata educando i suoi figli a suon di Martini e di sushi, ma che a suo modo sarà un supporto affettuoso e sicuro, e due "angeli custodi" una super mamma è una super single che di volta in volta la consiglieranno, la sgrideranno, la sosterranno. Sì, perché in questo contesto di supereroi ci è venuto naturale introdurre elementi onirici, sogni, fantasie proiezioni.. Così Lisa dopo "la trasformazione" ha delle visioni, ogni volta che imbatte in uno specchio si vede riflessa come mamma perfetta (Lisa-mamma) o come supermanager (Lisa-single), a seconda che emerga più la sua anima materna o quella di donna-lavoratrice: in fondo, oggi ogni donna è divisa in due, un po' mamma è un po' donna in carriera. Anche questo è racconto del quotidiano di tanti. Ne è nata una commedia credo molto divertente, in cui il delirio di ogni giorno di tanti di noi è raccontato in maniera sorprendente, quasi come un fumetto. Ecco, io spero che questa serie sia l'occasione per sorridere delle stupefacenti disavventure del quotidiano di tutti noi.

Giulio Manfredonia