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FCE LECCE - "La gente Resta": una famiglia, una fabbrica


Intervista con Maria Tilli e Laura Grimaldi, regista e sceneggiatrice del documentario presentato a Lecce in "Cinema e realtà, Vita e Lavoro"


FCE LECCE -
Un'immagine di "La gente Resta" di Maria Tilli
Maria Tilli e Laura Grimaldi, fresche di Centro Sperimentale, presentano a Lecce il loro documentario ambientato a Taranto. Sullo sfondo l'Ilva con tutti i suoi problemi, solo di recente messi in luce, e in primo piano la famiglia Resta. Pescatori, amanti del mare che per ragioni economiche hanno dovuto rassegnarsi, lasciare il mare in secondo piano e andare a lavorare in acciaieria.

Come è nata l'idea di fare questo documentario?

"Ci hanno contattate da Fabrica dicendoci che volevano organizzare un documentario sull'Ilva - dice Maria Tilli -. Allora abbiamo cominciato ad avvicinarci a quella realtà con diverse trasferte e sopralluoghi. Dopo tre o quattro viaggi abbiamo visto una barchetta in mare che ci incuriosiva; dopo qualche domanda e alcuni incontri è nata la nostra storia".

Cosa vi ha convinto della famiglia Resta?

"Loro sono belli. Cinematograficamente... è una cosa che non si può spiegare. rappresentavano più di una famiglia di pescatori, erano un po' la storia di Taranto. La loro baracca sul mare è nata prima dell'Ilva, prima del 1960".

Come avete trovato Taranto? Qual è la realtà dopo che i problemi ambientali sono venuti alla luce?

"A Taranto non si può fare nulla. Il terreno è velenoso come in un film di fantascienza. Questo ha inciso e incide sulla salute e sulla vita di tutti. Il problema ora è che Taranto è stata trasformata in una città industriale e chiudere tutto adesso per bonificare, eliminerebbe ogni possibilità di lavoro. Bisognerebbe ripensare completamente la città. In questo 50 anni era difficile resistere alla grandezza dell'Ilva; era una promessa".

Come avete deciso di scegliere le storie da raccontare nel documentario tra i racconti e le testimonianze?

"La difficoltà a Taranto è stata scremare i personaggi troppo abituati, in buona fede intendiamo, a parlare dell'Ilva alle telecamere. I nostri Resta invece erano genuini e addirittura un po' spaventati, il primo giorno di riprese hanno deciso di bloccare tutto. Poi hanno capito che il nostro progetto andava al di là dell'impatto emotivo e questo a loro è piaciuto e abbiamo potuto cominciare le riprese del documentario".

Come vi siete trovate nella fase di realizzazione con Fabrica che ha prodotto il doc?

"Intanto siamo felici che il nostro film non sia stato realizzato con soldi pubblici. Questo ci ha dato la possibilità di lavorare in un certo modo sulla scrittura e sulla produzione; un piccolo budget che ci ha costrette in maniera creativa a stringere tutto e a ottimizzare la fase realizzativa, come in un film di finzione".

Festival di Torino, ora a Lecce, qual è il percorso adesso di "La Gente Resta"?

"Per la distribuzione non è facile perché il nostro documentario sembra un racconto piccolo ma in realtà è una tematica grande. Ora puntiamo sui festival stranieri, latinoamericani ad esempio, dove c'è più sensibilità per questi temi".

21/04/2016, 10:32

Stefano Amadio