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"Salò o le 120 giornate di Sodoma" allo Stensen di Firenze


Nel 40° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, il suo controverso e provocatorio ultimo film, "Salò o le 120 giornate di Sodoma", torna sugli schermi grazie all’iniziativa di tre Cineteche italiane in collaborazione col produttore Alberto Grimaldi, forte del riconoscimento del ‘Leone per il miglior film restaurato’ all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, unico premio ricevuto nella sua tormentata storia.

Il film, restaurato dalla Cineteca di Bologna e Csc-Cineteca Nazionale, sarà in programmazione al cinema Stensen di Firenze (viale Don Minzoni 25C) il 2 e 3 novembre alle 16,30 e alle 21,00, preceduto da un estratto de L’intervista sotto l’albero rilasciata da Pasolini a Gideon Bachmann sul set di Salò, messa a disposizione da Cinemazero di Pordenone.

Ispirato a Les Cent Vingt Journées de Sodome del Marchese de Sade e denso di altri riferimenti letterari e filosofici (Artaud e Brecht su tutti), Salò colloca le storie di perversione di De Sade nella cornice della Repubblica Sociale Italiana del 1944-45, quando il potere, smarrita ogni regola, è diventato ormai completamente anarchico.
Trasferendo l’opera di De Sade dal Settecento a Salò, nel periodo di massima arbitrarietà di un potere in disfacimento, Pasolini intende rappresentare la mercificazione dell’uomo: la riduzione del corpo a cosa attraverso lo sfruttamento e il consumismo, che piega al suo volere gli inermi consumatori, degradandoli a carne da macello. “Il sesso è chiamato a svolgere nel mio film un ruolo metaforico orribile”, dichiarava il regista. “Tutto il contrario che nella Trilogia”.

"Salò" uscì postumo nelle sale il 10 gennaio 1976 dopo aver superato un primo ostacolo in sede di censura, ma fu di nuovo sequestrato e in breve uscì dalla circolazione. La versione restaurata, reintegrata dei tagli richiesti dalla commissione di censura, offre finalmente l’occasione di apprezzare in tutto il suo valore un’opera indissolubilmente legata alla morte del suo autore e per questo sempre riduttivamente considerata il suo testamento.

L’evento è organizzato in collaborazione con Sncci - Gruppo Toscano, e arricchito dalla proiezione di Alfredo Bini, ospite inatteso di Simone Isola, (2 e 3 novembre, ore 19,00, cinema Stensen), dedicato al primo produttore di Pasolini. Il documentario, presentato a Venezia, ripercorre la carriera del produttore di origine livornese dai successi al declino e alla morte in solitudine. Bini, produttore indipendente di genio, realizzò con la sua Arco Film tutti i film di Pasolini, da Accattone a Edipo re, oltre a La viaccia e Il bell’Antonio di Bolognini (con la sceneggiatura di Pasolini), incorrendo spesso in persecuzioni censorie per inseguire una coraggiosa idea di cinema d’autore.

01/11/2015, 15:16