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SUBURRA - Regia, sceneggiatura e interpreti per un Gran Film


Il male come unica strada per muovere la società. Un'ideologia prepotente, violenta e incapace di creare qualcosa senza passare per il sopruso verso un finale inevitabile. Interpreti del film di Stefano Sollima, Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti. In sala dal 14 in oltre 500 copie e contemporaneamente su Netflix.


SUBURRA - Regia, sceneggiatura e interpreti per un Gran Film
Alessandro Borghi e Greta Scarano in "Suburra"
Sono i personaggi senza se e senza ma che fanno di "Suburra" un film di qualità. Sono tutti cattivi, dall'onorevole alla eroinomane, tutti a remare dalla propria parte, a pensare al proprio tornaconto senza mai prendere in considerazione non solo le esigenze ma addirittura l'esistenza del prossimo. Una ricerca continua di riconoscimento, personale, ideologico, sociale che porta tutti ad essere anelli di una catena di ipocrisia e ostentazione. Personaggi da cinema, insomma.

"Suburra" è ambientato a Roma ma ruota intorno a una politica più ampia, vicina ma non stretta all'amministrazione locale al centro delle cronache di questi ultimi tempi. Sì, gli eventi accadono a Ostia, la città-quartiere sul litorale che un progetto senza logica vorrebbe, nel film e forse nella realtà del 2011, trasformare in una Las Vegas del mediterraneo. Ma i meccanismi politici ed economici si agitano lontani dalla capitale per poi essere convogliati tra Parlamento e criminalità organizzata dove, nei fatti, verranno messe in campo le azioni decisive.

Stefano Sollima, con il suo stile tra realismo e noir d'autore, ci propone un gangster movie di grande impatto, capace di tenerci incollati alla sedia per tutte le due ore e dieci di durata. Dal romanzo di De Cataldo e Bonini, poi sceneggiato insieme a Rulli e Petraglia, Sollima ci racconta una settimana decisiva, quella finale che si concluderà con la caduta del Governo e la fine di un'era. Non si fanno nomi, ma le date e i personaggi, con le loro croci celtiche appese al collo sotto al vestito blu d'ordinanza, non danno adito a dubbi. È la destra con le mani sporche, quella ancora legata dall'amicizia con terroristi e malavitosi che negli anni settanta e ottanta imperversavano nella capitale e non solo, quella arrivata in cronaca come Mafia Capitale.

Forse un inizio, la prima notte, troppo pieno di eventi e di morti allo scopo di introdurre l'ambiente, forse qualche montaggio alternato un po' didascalico per sottolineare la doppia faccia dei personaggi ma di sicuro un gran lavoro sugli attori, tutti di primissimo livello. Da Pierfrancesco Favino, onorevole pericolosamente affamato quanto inetto, a Elio Germano debole giullare delle notti romane a base di droga e prostitute. Con loro, sullo stesso piano e forse anche più su, Claudio Amendola, perfettamente pulito da ogni espressione che "fa personaggio" e impressionante nella fissità del volto del male. Poi le conferme di Greta Scarano, abile nello svincolarsi dallo stereotipo della coatta bella e senza pietà, e Alessandro Borghi di nuovo nella Ostia di Caligari (che però ha girato dopo Suburra) e alle prese con gli eccessi della droga e della violenza come unico modello di vita. Bravissimo anche Antonello Fassari, in una breve apparizione nei panni del padre di Elio Germano; un cameo da far vedere nelle scuole di recitazione italiane, esempio di asciuttezza, pulizia e intensità il cui merito va condiviso sicuramente con il regista. Adamo Dionisi è uno zingaro strozzino perfetto con tanto di casa kitsch dove ori e sete ci mettono un secondo a diventare sfondo di un accampamento.

"Suburra", costato circa 7 milioni di euro (e si vedono tutti...) è sicuramente un prodotto del nostro cinema da prendere come esempio per un salto di qualità, creativo, artistico e realizzativo.

10/10/2015, 11:27

Stefano Amadio