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Note di regia di "Io, Arlecchino"


Note di regia di
Io, Arlecchino è un film che unisce commedia e dramma attraverso una storia emozionante e coinvolgente. È un film con due protagonisti, che trova anche una dimensione di coralità attraverso i suoi vari personaggi secondari, i quali non solo fanno da contorno alle vicende principali ma rappresentano i custodi di un piccolo mondo ancora incontaminato dai veleni della modernità. Gli stessi luoghi, infatti, divengono elementi di narrazione e di significato e contribuiscono a definire i personaggi e le loro relazioni. Ecco allora contrapporsi tre mondi diversi, nei quali vivono storie e persone caratterizzate da elementi peculiari. Il mondo della televisione, con i suoi luccicanti riflettori, che tutto tengono illuminato senza pudore.

Un’immagine, quella televisiva, a tratti superficiale che pretende di farsi custode del senso delle cose.Il mondo della Commedia dell’Arte, nella quale, attraverso le maschere, si raccontano con immediatezza vizi e virtù dell’uomo. Ed infine il mondo della piccola città di provincia, a tratti soffocata dal verde in una valle angusta, un po’ aspra e grezza, dove roccia e natura si inseguono e mischiano, come in una danza. Un paesino al riparo dai tormenti della città, nel quale il ritmo della vita rallenta, per dare spazio all’incontro con l’altro. In questo contesto la bellezza siracchiude nella semplicità di una tavola imbandita, dove il cibo diventa occasione di incontro e condivisione.

La storia di Paolo racconta un passaggio tra ambienti lontani e a tratti incompatibili tra di loro; è la storia della contaminazione di un giovane uomo e del suo incontro con mondi distanti e persone da lui molto diverse, che lo stimoleranno a conoscere una vita nuova, così differente da quella sinora vissuta. Il film è anche la storia del nuovo incontro tra un padre e un figlio, è la storia di un passaggio di testimone. In questo momento storico, il film racconta la storia di un recupero della tradizione con un occhio rivolto al futuro: come diceva il compositore Gustav Mahler, “tradizione non è contemplare le ceneri ma passare il fuoco”. Per questo motivo abbiamo deciso di recuperare la Commedia dell’Arte, e nello specifico una maschera come quella di Arlecchino simbolo di positiva vitalità, di forza ed energia, capace di reinventarsi.

L’evoluzione del personaggio di Paolo, il moderno Arlecchino, rappresenta il percorso evidente di una trasformazione visiva dello stesso, che culminerà nel finale in una sorta di sorprendente “trasfigurazione”. Con questo film vogliamo raccontare una storia semplice ma ricca, che farà ridere e piangere. Una storia dove il movimento viene dato dall'armonia tra gli opposti, in un gioco di sottrazione, dove alcuni momenti di poesia verranno risvegliati da guizzi, salti e lazzi. Arlecchino farà capolino nella nostra vita ed è pronto a smascherarci.

Matteo Bini e Giorgio Pasotti