Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia de "La Ballata dei SenzaTetto"


Note di regia de
"La Ballata dei Senzatetto" è un corto di animazione che racconta un viaggio poetico e surreale nelle terre devastate dal terremoto in Emilia Romagna nel maggio 2012, attraverso gli occhi di un bambino e della sua amica, una lumaca, insieme scopriranno i valori della solidarietà e speranza e vedranno la rinascita di una terra. Tommaso e la sua amica (simbolo della lentezza e tenacia che avanza e non si arrende) affronteranno quindi un viaggio che si può definire di formazione dove saranno testimoni di quello che è accaduto agli emiliani. Sarà un viaggio per capire come superare la paura e la morale è (come si evince dai racconti dei terremotati) che l’unica soluzione che ha aiutato tutti a crederci e non perdere la speranza è stata la solidarietà e non isolarsi (come invece voleva fare il nostro protagonista inizialmente). Nel cammino ritroverà quindi forza e coraggio sia lui che la sua compagna di viaggio.Voleranno, cammineranno da uno scenario all’altro. Leit motiv della storia sarà quindi che ogni volta dove arriveranno in un luogo, vedranno disperazione, tristezza e solitudine; ma Tommy porterà gioia, luce, speranza, capendo quindi che ogni volta un suo piccolo, comune e innocuo gesto è un grande simbolo di rinascita per la comunità, capendo così il grande valore della solidarietà. Gesti che nascono dalla spontanea reazione alla domanda “che faresti se non avessi paura?”.

Dal punto di vista creativo questo progetto è stato fortemente voluto da un gruppo di persone motivate e con grande esperienza alle spalle nell’ambito della produzione cinematografica e video. Talenti che però trovano sempre difficiltà a poter esprimere il proprio potenziale soprattutto in Italia. Questo corto è stata quindi l’occasione per poter sperimentare due cose soprattutto: – 1) attuare una metodologia di lavoro che unisse le nostre competenze acquisite all’estero e applicarle al nostro workflow distanziandosi da quello italiano. Infatti, seguire una metodologia lavorativa sia dal punto di vista organizzativo che creativo, che segue l’ esempio dei creative studio più importanti all’estero, che affrontano progetti di movie production e commercial in tutte le fasi dall’ideazione alla realizzazione; 2) immaginarci un nuovo contesto di mercato del lavoro, dove l’ ambiente lavorativo è un momento di crescita professionale e confronto e non insoddisfazione = non produttività, ma dove le persone si sentano “seguite e rispettate non in virtù della loro job title, ma della loro competenza, della loro capacità di ascolto, di innovazione, di far succedere le cose. Le persone non hanno bisogno di essere gestite (to manage) ma di essere guidate, accompagnate verso l’espressione delle loro potenzialità”. Ringrazio ufficialmente quindi la Emilia Romagna Film Commission che ha sostenuto questo progetto e con orgoglio posso dire che è stata la prima istituzione che ha creduto in me e ha quindi un grande significato e valore .

Monica Manganelli