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STILL ALICE - Si può essere ancora se stessi
quando si è colpiti dall’Alzheimer?


STILL ALICE - Si può essere ancora se stessi quando si è colpiti dall’Alzheimer?
Still Alice è un film che mi ha interessato e commosso, come ha commosso migliaia di spettatori in tutte le parti del mondo. Il suo regista, Richard Glatzer, morto circa un mese fa a 63 anni, dopo quatto anni di lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica lo ha filmato, come lui stesso ha detto, in modo veristico «Ci sono un milione di modi per raccontare una storia, il realismo è la più noiosa». Anche se poi, alla fine e purtroppo, è sempre la realtà, spesso la più sgradevole, a bussare alla nostra porta”.

Still Alice, non a caso, parla drammaticamente di una malattia degenerativa: l'Alzheimer. Glatzer vi ha messo il cuore e l’animo per raccontare con estremo pudore la decadenza cognitiva e fisica di Alice. C’è riuscito anche se la densità della vicenda in alcuni momenti sfiora la noia. Già il titolo Still Alice (Ancora Alice ) è denso di significati. No, Alice non è più lei, ma un essere in via di estinzione. Un malato di Alzheimer nel corso della malattia non è più lui. La sua personalità si affievolisce ed infine sparisce. Come scompare la sua memoria. Il paziente oltre alla difficoltà nel ricordarsi i nomi delle cose anche più ordinarie paradossalmente dimentica anche i volti delle persone care. Per i familiari questo è l’aspetto più straziante della malattia.

Alice Howland è una donna alla soglia dei cinquant'anni. Affermata linguista e docente alla Columbia University. Ha una solida famiglia composta dal marito chimico e tre figli grandi: Anna, Tom e Lydia. Ad un certo punto, nella vita di Alice, qualcosa comincia a cambiare, dapprima qualche dimenticanza ed in seguito veri e propri momenti di "vuoto" durante i quali non riconosce il posto in cui si trova. Questi eventi convincono Alice a ricorrere ad accertamenti medici e le viene diagnosticata una forma presenile di Alzheimer di matrice genetica. Tutte le sue certezze crollano e Alice diventa giorno dopo giorno una donna fragile e indifesa, anche agli occhi della famiglia che l'ha sempre vista come un pilastro.

Still Alice narra nei dettagli come la protagonista affronta la malattia giorno dopo giorno ed il progressivo ed inarrestabile decadimento cognitivo. Julianne Moore interpreta in modo magistrale il suo personaggio in tutte le sfumature e lo vive profondamente in modo veritiero e credibile. Glatzer è riuscito a mostrarci Alice come donna, nel suo aspetto migliore di moglie, madre e docente, ma anche di un essere sofferente che lotta con tenacia contro il male, conscia della sua fine. Interessante e ben studiato le reazioni e gli atteggiamenti di affetto del marito e dei figli nei suoi confronti. L’Oscar per la sua interpretazione è pienamente meritato.

20/03/2015, 10:45

Augusto Orsi