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I vincitori della prima edizione del Premio Cinematografico
"Fausto Rossano per il Pieno Diritto alla Salute".


I vincitori della prima edizione del Premio Cinematografico
Si è conclusa venerdì 6 marzo al Palazzo delle Arti di Napoli la prima edizione del Premio Cinematografico "Fausto Rossano per il Pieno Diritto alla Salute".

Sono arrivate oltre 60 opere da tutta Italia, ma anche dalla Spagna, Croazia e da autori italiani che lavorano in Africa. La scelta dei finalisti è stata difficile e ancor più quella dei vincitori.

A scegliere i film una giuria di qualità presieduta da Titta Fiore, caporedattore Cultura e Spettacoli del quotidiano "Il Mattino", e composta da Chiara Tozzi, sceneggiatrice, scrittrice e psicologa analista, Ciccio Capozzi presidente dell’Associazione Città del Monte, Sabrina Morena del Festival Spaesati di Trieste, Barbara Massimilla psichiatra analista AIPA, presidente della rivista Eidos cinema, psyche e arti visive

Di seguito le opere premiate e le motivazioni:

Il Premio "Fausto Rossano per il Pieno Diritto alla Salute" viene attribuito ex aequo per la sezione lungometraggi "Diritti alla Salute" ai film "Il viaggio di Marco Cavallo" di Erika Rossi e Giuseppe Tedeschi e a "Lo stato della follia" di Francesco Cordio.

I due film infatti affrontano con stile e punti di vista diversi due aspetti di uno stesso, cruciale problema: quello degli ospedali psichiatrici giudiziari.

"Il Viaggio di Marco Cavallo" pone su un livello di soggettività narrante il viaggio e nel tempo e nel cuore della questione degli Opg e la scelta della metafora (L'azzurro cavallo Marco) è efficace e potente dal punto di vista simbolico.

"Lo Stato della Follia" racconta il precipitare nella "follia" degli Opg dal punto di vista di chi l'ha vissuto e lo vive, risolvendosi in una dolente documentazione di denuncia. Entrambi dimostrano la felice sintesi tra narrazione di fiction e cinema della realtà.

Il premio per la sezione "Diritti alla Salute - Short Stories" è attribuito ex aequo a "La Valigia" di Pier Paolo Pisanelli e "Malatedda" di Diego Monfredini.

"La Valigia" affronta una tematica molto dura, come l'Alzheimer, ma lo fa attraverso una riflessione politica che, grazie all'animazione stop motion, trova una cifra stilistica originale e densa di umanità. Gli strumenti tecnico-espressivi sono padroneggiati in un ritmo narrativo che trova soluzioni spiazzanti e originali ma tutte funzionali alla struttura. Di grande impatto la voce narrante di Roberto Herlitzka.

"Malatedda" ha una struttura narrativa che riesce a essere sospesa tra realtà e sogno ma individua con concisa freschezza stilistica un percorso che tocca il malessere esistenziale, evocandolo con delicatezza e grande cura estetico-poetica. Grazie ad un controllo degli strumenti linguistici si esprime una felice sintesi tra misura temporale, resa drammaturgica, forma e senso.

La giuria attribuisce inoltre due menzioni speciali.

La prima al film "Ubuntu" di Antonella Grieco, esemplare per come sa unire in un linguaggio essenziale ma non privo di tenerezza, una tematica universale femminile con lo specifico del multiculturalismo.

La giuria attribuisce una menzione speciale "Giovani" al corto "Senectus ipsa morbus" di Rosa Maietta. Impietoso, volutamente sgradevole nell'impatto visivo e geniale nel coniugare l'abbandono senile con il contrappunto televisivo.

Nel corso della cerimonia di premiazione è stato assegnato un premio speciale al regista Pupi Avati per il suo impegno sociale dimostrato attraverso le sue opere cinematografiche.

07/03/2015, 20:22