Note di regia del film "Un Mondo Nuovo"


Note di regia del film
Credo senz’altro che questo sia stato uno dei film più difficili che mi sia accaduto di scrivere e dirigere. Quando mi è stato proposto di raccontare la nascita del manifesto di Ventotene, la vita di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, personaggi a me quasi sconosciuti, la prima immagine letteraria e cinematografica che, dopo aver letto centinaia di pagine di memorie e di biografie, mi ha colpito la fantasia è stata quella dei Tre Moschettieri. Fin dal primo momento ho pensato a quei tre giganteschi esseri umani come a dei Moschettieri invincibili e immortali: la loro straordinaria amicizia, la loro passione per la verità e la giustizia nel momento più buio e oscuro della loro esistenza, la loro capacità di restare immuni da ogni calcolo personale, la loro incredibile forza morale e l’enorme talento visionario che li ha resi capaci, prigionieri e isolati dal mondo, di immaginare l’inimmaginabile nel momento in cui il nazifascismo dilagava con le sue armate in tutta Europa fino ai confini del Giappone, mi hanno fatto innamorare e appassionare ad una storia che dovevo riuscire a trasformare in una grande storia epica, umana, commovente e anche estremamente avventurosa riuscendo nello stesso tempo a trasmettere al grande pubblico la grandezza della loro utopia senza alcun appesantimento ideologico e politico. Ecco la ‘mission impossible’ che mi era stata affidata.
È proprio questo ciò che ho cercato di fare senza dover ricorrere all’aiuto di artificiali e facili ‘invenzioni’ televisive spesso costituite da iniezioni di ‘fiction’ sentimentali, storicamente inesistenti ma necessarie secondo il decalogo nostrano della televisione di successo. Non ho dovuto ricorrere a nessuno stratagemma drammaturgico di ‘falsificazione’ della storia, sia perché a me estraneo sia perché la realtà, i fatti realmente accaduti erano ogni volta di gran lunga più avanti, spettacolari ed emozionanti, di qualsiasi ‘invenzione’ immaginata a tavolino. Nulla di quanto viene raccontato nel film è stato inventato, semmai in alcuni casi abbiamo dovuto rinunciare, per ragioni di spazio, a raccontare alcuni episodi di grande intensità epica ed umana.
Raccontando la vita di Altiero Spinelli e dei suoi due amici e maestri sono entrato ogni giorno di più in una realtà che non avevo mai conosciuto e che neppure immaginavo potesse esistere. La loro forza, la loro capacità di mantenere il sogno di un’Europa senza più Stati Nazionali Sovrani, senza più eserciti nazionali, senza patriottismi bellicosi e nazionalistici, in un momento nel quale ogni libertà era
sparita e ogni possibilità di agire era assolutamente impensabile: non è già questo un grande spettacolo?
In tutto questo contesto di grandezza epica, nasceva anche un’intensissima storia d’amore tra Altiero Spinelli e Ursula Hirschmann moglie di Eugenio Colorni, uno dei due migliori amici di Spinelli, un amore assoluto e definitivo che contro tutte le logiche non ha in alcun modo ‘guastato’ una grande e straordinaria amicizia.
Aneddoti? Ricordi particolari? Momenti che non si dimenticano?
La scoperta quotidiana, scrivendo e facendo il film che ogni parola detta dai miei attori era stata realmente pronunciata e vissuta dai miei Tre Moschettieri, a volte con drammaticità, molto spesso anche con il giusto e salvifico distacco dell’ironia.
Considero un privilegio quello che mi è stato fatto da Rai Fiction e da Palomar offrendomi di dirigere questo film, che credo debba essere vissuto come una memoria indispensabile e dovuta per coloro che con i loro sogni hanno tentato, con tutte le loro forze e l’intera loro vita, di lasciare come dono ed eredità a tutti coloro che vogliono un Continente europeo pacifico, giusto e unito, un sogno in parte realizzato e per il quale ancora si deve sognare.

Alberto Negrin