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SAN MARINO FILM FESTIVAL 3 - Intervista
con Lucrezia Lante della Rovere


"Ruoli femminili e sceneggiature sono il limite del nostro cinema e della nostra tv". Dalla selezione di San Marino la conferma che all'estero si curano di più questi aspetti, con risultati decisamente migliori.


SAN MARINO FILM FESTIVAL 3 - Intervista con Lucrezia Lante della Rovere
Lucrezia Lante Della Rovere
Un po' ospite un po' madrina del Festival, Lucrezia Lante della Rovere introduce e intervista registi e attori da tutto il mondo che hanno accompagnato il loro film, senza dimenticare di guardare quello che arriva sui nostri schermi.

Come vedi i lavori presentati qui al Festival di San Marino?

"Da attrice sono incazzata nera! Sì perché guardi i film internazionali e le donne hanno ruoli importanti, spesso sono protagoniste assolute delle storie. Donne forti, donne reali e credibili che hanno un carattere e lo impongono nelle sceneggiature. Poi vedi un film italiano come "Il Giudice Meschino" e, senza entrare nel merito del film, trovi due ruoli femminili non solo marginali ma del tutto stereotipati all'idea di elemento secondario che ha la donna nel nostro cinema e nella nostra tv. Il racconto non approfondisce le relazioni e di conseguenza anche i personaggi diventano superficiali, a tutto danno della storia".

All'estero invece come sono disegnati i ruoli femminili?

"Qui al Festival di San Marino c'è ospite David Warren regista di serie del calibro di Desperate Housewives o Ugly Betty, dove ogni piccolo ruolo è approfondito e scritto con la stessa cura dei principali. E questo arricchisce tutto il prodotto... È deprimente, da attrice, percepire che le donne sono considerate sempre per parti di contorno al ruolo maschile..."

Secondo te di chi è la colpa?

"Gli sceneggiatori non hanno coraggio. Non so come mai, o meglio lo so ma non lo comprendo, non scrivano mai qualcosa di nuovo, esplorando ad esempio proprio l'universo femminile ma in modo originale. I meccanismi delle sceneggiature sono sempre gli stessi; i personaggi sono sempre quelli e gli interpreti scelti finiscono per identificarsi, andando a creare col tempo situazioni identiche".

Forse sono limitati da dirigenti televisivi e dai produttori cinematografici che per paura di sbagliare chiedono di fare sempre lo stesso film?

"Di sicuro abbiamo ottimi sceneggiatori ma non scrivono più niente di nuovo. Sembrano accontentarsi di quello che gli assegnano, non rischiano e non si impongono. Così tutto finisce per essere uguale".

E i progetti e le sceneggiature che ti propongono come sono?

"Qualcosa di buono arriva ma il grosso è così. E non ho neanche la voglia di mettermi a discutere; poi si rischia di passare per rompiscatole... e allora si ingoia il rospo e si fa quello che viene proposto."

Per qualcuno anche gli attori e le attrici italiane hanno qualche limite...

"Di attori e attrici italiane bravi ce ne sono tanti, ma non abbiamo personaggi e storie in grado di far vedere quanto può essere importante il nostro contributo alla riuscita del prodotto".

31/10/2014, 12:10

Stefano Amadio