Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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FESTIVAL DI ROMA 9 - "Tre Tocchi" incontro con Marco Risi


Presentato nella sezione ufficiale, è scritto, diretto e prodotto da Marco Risi insieme ad Andrea Iervolino. Protagonisti sei attori, con le loro storie, passioni, gioie ma, soprattutto, frustrazioni. L'incontro con il regista che ha detto quanto il calcio sia stato alla base della realizzazione del film. "Senza la Nazionale degli attori, non se ne sarebbe fatto nulla..." LA RECENSIONE


FESTIVAL DI ROMA 9 -
Marco Risi sul set di "Tre Tocchi" al Festival di Roma
“La frustrazione è dominante nel mio film, ma preferisco chiamarla dolore” – afferma Marco Risi, che spiega come mai ha scelto di mettere in evidenza proprio questo fattore – “ È una costante molto comune in tanta parte del genere umano, soprattutto i giovani, frustrati dall’impossibilità di realizzare i propri sogni, anche i più piccoli. In questo paese è molto difficile arrivare da qualche parte. Aldilà del mestiere dell’attore, mi trovo coinvolto in situazioni assurde, a cominciare dalla fila perenne alle poste. È tutto molto precario, a cominciare dalle cose piccole che rendono tutto più frustrante. Io mi chiedo sempre come faccia un attore a non essere matto. In genere i grandi attori sono quelli più timidi. È interessante domandarsi cosa succede quando un attore raggiunge la fama, che cosa vive dentro di sé. Cosa pensano gli attori di se stessi?”.

Alla domanda sull’importanza, più o meno grande, del sacrificio, e sulla collaborazione con gli attori, il regista ha risposto: “ Il sacrificio è alla base. Se non rinunci e non fai delle scelte drastiche, è difficile raggiungere un obiettivo. Il sacrificio è fondamentale per ognuno dei sei personaggi che vogliono fare gli attori. Quando lavoro con gli attori spero che mi sorprendano, dandomi nuove chiavi di lettura. La scena del ballerino l’ho scritta più volte con Paco, proprio perché quello che avevo scritto inizialmente era solo la base, ma insieme abbiamo deciso i brani da ballare. C’è stata una grande collaborazione con gli attori. Ci sono stati tanti cambiamenti e grossa partecipazione da parte loro”.

Infine, su quanto abbia influito l'essere un figlio d’arte, Risi ha commentato: “C’è stata l’influenza di mio padre e il fatto che facesse un lavoro così particolare mi ha appassionato sin da piccolo. Spesso mi chiedevo come facesse a riprendere la realtà in quel modo e tutto ciò mi affascinava. Sicuramente, rispetto ad altri miei film, in questo mi sono sentito molto più libero, in quanto l’ho prodotto. Perciò ho assaporato il gusto di dirigere, scrivere e produrre un film in totale, o quasi, libertà".

21/10/2014, 17:12

Margherita Pucello