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Note di regia di "Giulio Cesare - Compagni di Scuola"


Note di regia di
"Giulio Cesare" č il mio primo film-documentario destinato all’uscita in sala, dopo una trentina di mediometraggi sul cinema e sulla moda.
La prima sensazione č stata un brivido da far tremare i polsi: avere un cast di 1.500 studenti ed una location gigantesca e monumentale come il complesso del liceo ginnasio Giulio Cesare a Roma, č un’esperienza che confina con il sogno, perché l’impressione č quella di star dirigendo un kolossal: “Quei 300 falli andare da quella parte, voialtri uscite, cosě, bene, adesso fuori tutte le quarte ginnasio! Le terze liceo, sono tutti maggiorenni? Avanti allora! Forza!”. Quell’ultimo giorno di scuola, mi mancavano i pantaloni da cavallerizzo e il megafono: dirigere l’uscita del liceo classico piů grande d’Italia durante l’ultimo giorno di scuola era un po’ come fare il domatore, un po’ come essere il direttore di un cantiere. Emozionante ma sfiancante.
In realtŕ, le riprese sono iniziate molto prima dell’estate. Per la precisione, il 15 febbraio. Quando, cioč, intervistammo gli ex-alunni Paolo Genovese, gli Zero Assoluto e Gian Luigi Rondi. Si vede, nel film, perché io ho lo sciarpa, mentre tutte le altre interviste agli ex-alunni (ed ai ragazzi del 2014) sono state effettuate tra maggio e giugno. E’ abbastanza buffo, ma dŕ l’idea del grandissimo lavoro e soprattutto dell’impegno che c’č dietro questi 90 minuti.
L’emozione piů forte? Il 12 maggio, il Venditti-day. Vedere Antonello Venditti, che al Giulio Cesare ha dedicato direttamente o indirettamente tanti brani storici (due dei quali, Giulio Cesare dell’86 e Compagno di scuola, del 1975 sono la colonna sonora del nostro film) č stata una giornata speciale. Gli abbiamo fatto trovare il piano a coda della scuola al centro dell’aula magna, lui si č seduto e ha cominciato a cantare, emozionatissimo, Compagno di scuola “perché di Giulio Cesare non mi ricordo gli accordi!” - ci disse. Ha suonato per almeno 5 minuti live: un concerto straordinario! Sento il mio direttore della fotografia annunciare che il suono era ok e si poteva girare….. Non avevano ripreso niente, solo controllato il suono dei microfoni… Li avrei menati!
E ancora, la meraviglia di riscoprire l’intreccio delle storie sempre vive anche se passate da tanti anni. Serena Dandini che ricorda l’ingiustizia ai danni di Roberto Mander, il giovane arrestato a 16 anni come “complice della strage di Piazza Fontana” e rilasciato dopo due mesi di isolamento assoluto…e lui, Roberto Mander che dopo decenni di silenzio accetta di farsi intervistare, e si commuove al pensiero dei ricordi che le sue compagne di scuola hanno di lui. O richiamare davanti a scuola il famigerato Beppe il Roscio, ricordato da molti intervistati come celebre picchiatore nero, per trovarlo cambiato nel profondo, umanamente e politicamente, quasi un superstite di quella generazione di “fascisti per caso” (la definizione č sua) che negli anni ‘70 erano i protagonisti degli scontri davanti alla scuola contro autonomi e servizi d’ordine contrapposti.
I ragazzi del 2014: impressionante la loro serena incoscienza nell’andare incontro ad un futuro universitario e post-universitario che farebbe venire le crisi d’ansia a chiunque, ma che forse č l’unico modo possibile di affrontare questo futuro; un’incoscienza che talvolta si trasforma in mancanza di curiositŕ davanti a molti temi d’attualitŕ o riguardanti il passato della scuola, come ad esempio il delitto del Circeo del 1975 (commesso tra gli altri dall’ex alunno Andrea Ghira) di cui nessuno dei giovani intervistati sapeva pressoché nulla.
Nella storia di una grande scuola c’č la storia di un grande Paese. Questo era il taglio del nostro lavoro che voleva mixare intrattenimento, storia, attualitŕ ed informazione. Mi auguro di esserci riuscito.
Quanto a me, ora possono anche rapirmi gli alieni. Dopo 30 documentari sul cinema e la moda ho finalmente girato il film sulla storia della mia scuola. Che altro aggiungere?
Che il Giulio Cesare l’ho fatto anch’io.

Antonello Sarno