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EDOARDO LEO - Una pausa in attesa della "Giulia"


Sarà in sala alla fine di gennaio il nuovo film da regista di Edoardo Leo. lo abbiamo incontrato a Napoli, in occasione del NFF, e ci ha raccontato cosa pensa del nostro cinema, dei giovani e della sua carriera. Regista e attore, Leo è molto attento ai più giovani, riconoscendo molta voglia di fare malgrado il poco sostegno da parte della scuola italiana. E un appello: "Guardate tanti film ma non scaricateli illegalmente!"


EDOARDO LEO - Una pausa in attesa della
"Non posso dire nulla del mio nuovo film, ma so solo che che è molto importante e che sono veramente soddisfatto" ha detto l'attore e regista.

Edoardo Leo è in attesa dell'uscita del suo più recente film da regista, e nient'altro. O meglio, si prende una pausa di ricerca e studio, fino al 29 gennaio quando sarà in sala "Noi e la Giulia", pausa che andrà avanti anche oltre quella data, per tutto il 2015.

"Sì adesso mi prendo una pausa. Nel 2014 ho fatto il mio e nessun film da attore, anche se ne sono usciti tre o quattro. Ho preferito concentrarmi sul film che richiede sempre un tempo lungo di approfondimento e preparazione. E non ho fatto nuove cose da attore perché avevo la sensazione di una sovraesposizione dopo le tante uscite dell'inizio 2014. Ora tornerò a fare soltanto l'attore, che richiede meno impegno di tempo, e ne contempo farò cose che mi piacciono molto: cercherò storie, testi, leggerò libri e studierò per preparare il nuovo film".

Quasi 15 film, da attore e uno da regista, dall'uscita della tua opera prima "Diciotto anni Dopo", un bel momento per la tua carriera.

"Diciotto anni dopo ha dato una svolta alla mia carriera. Un'uscita in sordina, solo 20 copie, nel giugno 2010. Andò male al botteghino ma poi cominciò a girare per i festival di tutto il mondo; abbiamo vinto 50 premi. Dopo un anno in giro ebbe una nuova vita in Italia e per alcuni è diventato un piccolo cult. Da lì è partita una nuova vita".

Romanzo Criminale, la serie tv, ti ha dato una spinta per il lancio?
"No, credo proprio di no, non ha influito nella carriera cinematografica. La differenza l'ha fatta il mio esordio alla regia. Da lì ho scelto di legarmi con la IIF di Fulvio Lucisano e ho fatto diversi film di successo. Il nuovo film è distribuito dalla Warner e mi sono reso conto che loro hanno un'attenzione diversa a quello che faccio e che scrivo. Sono molto professionali e il prodotto di sicuro migliora".

Preferisci fare l'attore o il regista?
"Non preferisco nessuno dei due. Sono complementari. Il regista lavora tanto, tra scrittura, preparazione, riprese e post; l'attore è un impegno più concentrato nel tempo. In Italia non è facile fare tutti e due i lavori, ci riescono solo pochi grandi, ma c'è una bella fetta di pubblico che comincia ad apprezzare quello che faccio, e continuerò a farlo".

Come credi si possa portare di nuovo la gente al cinema, cercare nuovo pubblico e far ripartire l'industria?
"Il vero problema è che a volte i film incassano tanto con gli spettatori che escono delusi. Quelli li hai perduti, non sarà facile farli riavvicinare al cinema italiano. Recentemente siamo tornati a confezionare bene le commedie e, ad esempio con queste, facciamo venire voglia al pubblico di tornare. Ma ci vorrebbe una politica di protezione del nostro cinema. Non è solo un discorso di autori e attori; ci vuole, come in Francia, una seria politica di protezione del cinema italiano in sala".

Che rapporto hai con i giovani che vorrebbero affacciarsi al mondo del cinema?
"Spesso mi chiedono di poter fare l'assistente volontario nei miei film. Io li porto con me, è il modo giusto per cominciare. E poi mi arrivano tante storie e soggetti per film; io li leggo tutti ma è difficile trovare qualcosa di buono. Noto che spesso non hanno esperienza e cultura, neanche cinematografica; scrivono cose già fatte e non lo sanno... percepisco tanta voglia di fare ma nessuno li aiuta, per prima la scuola. Non abbiamo un sistema che stimola la curiosità e l'intelligenza dei ragazzi. La scuola è disastrosa".

Consigli di andare di più al cinema?
"Pochi hanno la curiosità di approfondire per arricchirsi culturalmente. Vedere film sì, ma non scaricati dal web: è illegale! Loro non se ne rendono neanche conto, ma è colpa nostra che, negli ultimi 20-25 anni, non gli abbiamo dato gli strumenti per capire che una cosa è illegale. In Germania se ti prendono per tre volte ti chiudono l'account, da noi tutti scaricano tutto senza freni".

Cosa faresti per aiutare i nuovi registi con le loro opere prime?
"Il cinema ha una cosa che non ho capito. Quando si parla di mercato il prezzo di un oggetto cambia rispetto alla qualità, al materiale al costo di produzione dello stesso. Perché al cinema il biglietto di un'opera prima da un milione di budget deve costare come un blockbuster americano da 100 milioni di dollari? Abbassiamo i prezzi del biglietto delle opere prime o dei film a basso budget e proviamo così ad alimentare l'affluenza del pubblico. A 4 euro un ragazzo magari ci va a vedere un film italiano di un giovane; a 8-10 sceglie di vedere il filmone americano".

Un'idea interessante e speriamo che distributori ed esercenti ascoltino questo appello.

08/10/2014, 12:02

Stefano Amadio