Fondazione Fare Cinema
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MILANO FF 19 - "Le sedie di dio" di J.W. Gueguen


Il film del regista italofrancese presentato in anteprima al festival lombardo


MILANO FF 19 -
Quante idee e quante cose si intrecciano ne "Le sedie di dio"? Difficile quantificare, e ancor più complesso è riuscire a descrivere il lungometraggio del regista italo-francese Jerome Walter Gueguen in modo chiaro...

Si parte con un dialogo urlato tra un produttore e un regista a proposito di un film da girare sulle sedie, tema ostico per il produttore ma simbolico per l'autore per descrivere al meglio quest'epoca critica che stiamo vivendo: una fabbrica che faccia sedie perfette è destinata a fallire perché nessuno sostituirà mai quelle già comprate...

Da questo discorso meta-cinematografico Gueguen prosegue il viaggio tra mockumentary e documentario (la fabbrica artigianale di sedie davvero chiusa e rimessa in moto per l'occasione), deliri metafisici con l'ingresso in scena dello scrittore-sceneggiatore, finte riprese sul set con momenti lisergici e parentesi difficilmente spiegabili... Il tutto, già complesso, si può complicare ulteriormente dicendo che il regista interpreta sé stesso, e il co-autore Olla è anche lui sia dietro sia davanti la macchina da presa.

Vuol essere un film sulla decrescita con un regista e un film che 'decresce', ma anche un omaggio a un certo tipo di cinema operaio, come il citato "La classe operaia va in paradiso" di Elio Petri. E poi una riflessione amara sul 'fare film', e sul futuro che ci aspetta.

Ci sono tante, decisamente tante (e forse pure troppe) cose in questo "Le sedie di dio". C'è anche molta ironia, quasi surreale, e le interpretazioni degli autori/protagonisti è così stralunata da funzionare. Un film che non è un film, ma che potrebbero essere dieci film.

10/09/2014, 16:00

Carlo Griseri