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Note di regia di "Poltrone Rosse. Parma e il Cinema"


Note di regia di
I rapporti tra Parma e il cinema sono stati per quasi tutto il Novecento talmente forti da fare di questa città un precoce laboratorio di idee e teorie sul cinema e un set scelto da alcuni dei maggiori autori italiani e non solo. Inoltre, a Parma sono nati un numero considerevole di registi, attori, sceneggiatori e scenografi che si sono fatti strada a livello internazionale, a testimonianza del fatto che in questa piccola città del Nord Italia si respirava un’aria decisamente cinematografica.

Poltrone rosse riprende il filo di questa storia, interrogandosi sul perché, unica tra le città di provincia italiane, Parma abbia dato così tanto al cinema, accompagnando lo spettatore in un viaggio a ritroso che dalle prime proiezioni del cinematografo Lumière giunge all’esperienza ultramoderna delle nuove multisale.

Durante questo viaggio ritroveremo i personaggi che hanno creato le condizioni per questa diffusione della cultura cinematografica a Parma: Pietro Bianchi e Attilio Bertolucci anzitutto, che giocarono un ruolo decisivo nella formazione cinematografica di Cesare Zavattini e poi avvicinarono al cinema figure del calibro di Giovannino Guareschi, Enrico Medioli e giovani cinefili come Antonio Marchi e Fausto Fornari. Furono questi ultimi a creare, negli anni Quaranta, una prestigiosa rivista di respiro nazionale quale “La critica cinematografica”, seguita immediatamente da “Sequenze”, diretta dal giovanissimo Luigi Malerba e dalla quale sarebbe poi nata la collana editoriale di Guanda “Piccola Biblioteca del Cinema”.

Mentre nella prima metà degli anni Cinquanta Parma e i parmigiani assistevano alle fortune mondiali della serie di Don Camillo – ispirata ai racconti di Guareschi – e gli intellettuali della città organizzavano il primo convegno di studi sul neorealismo, Malerba e Marchi giravano, nel castello di Torrechiara, Donne e soldati, il film che – con Marco Ferreri protagonista – può essere a tutti gli effetti considerato il capostipite del cinema picaresco italiano.

Gli anni Sessanta segnano uno snodo decisivo nei rapporti tra la città e la settima arte, con Parma che si offre in pochissimi anni come set per tre classici del cinema italiano come La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini, La parmigiana di Antonio Pietrangeli e Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci che, raccogliendo in qualche modo il testimone del padre Attilio, avrebbe finito per portare Parma e il suo territorio in tutto il mondo. Da questo momento sono tanti i parmigiani che lasciano la città per fare carriera a Roma: Franco Nero, Francesco Barilli, Luigi e Camillo Bazzoni e Lorenzo Baraldi, che sarebbe diventato uno dei più raffinati scenografi del cinema italiano.

Il documentario si sviluppa come una lezione di cinema, con un docente, Michele Guerra, che ci accompagna per tutto il percorso, all’interno del quale si susseguono le visite ai luoghi che fecero grande il cinema a Parma e le testimonianze di molti protagonisti: Bernardo Bertolucci, Vittorio Storaro, Enrico Medioli, Franco Nero, Stefania Sandrelli, Roberto Benigni, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Francesco Barilli, Lorenzo Baraldi, Enrico Lucherini, Francesco Rosi, Fausto Fornari, Mario Lanfranchi, Victor Poletti, Riccardo Joshua Moretti, Adriano Aprà, Roberto Campari, Sergio Leone, Tonino Guerra, Antonio Marchi.