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LOCARNO 67 - La "Perfidia" che si nasconde in famiglia


Presentata l'opera prima del regista sardo Bonifacio Agnus che gareggia per il "Pardo d'oro" nel Concorso Internazionale. Il racconto del complesso rapporto tra un padre e un figlio intrappolati nella morsa della crisi economica, che il regista definisce "persone fragili, invisibili, incapaci di desiderare qualcosa di meglio, ma al tempo stesso capaci di commettere atti incoscenti".


LOCARNO 67 - La
E' il giorno del film italiano "Perfidia", opera prima del regista sardo Bonifacio Agnus che gareggia per il "Pardo d'oro" nel Concorso Internazionale.

Pellicola di un'attualità estrema, nella rappresentazione di due generazioni, padri e figli, intrappolati nella morsa della crisi economica ma soprattutto sempre piu' distanti. Peppino, padre di Angelo, dopo la morte della moglie si trova a fare i conti con un uomo di 35 anni, disoccupato, svogliato e mai veramente conosciuto.

Come ogni padre vorrebbe vedere il figlio "a posto", con un'indipendenza economica, con una donna al suo fianco e magari qualche nipotino da viziare. Ma questa non è la realtà dello scenario di oggi, con le avversità che si devono affrontare e combattere, senza distinzione tra figure di padre o di figlio. Nello sfondo di un inverno grigio e desolante Peppino, che sente di avere i giorni contati, cerca di "sistemare" il figlio alla "mi manda Picone" ma senza successo, tentando anche di scuoterlo ripetutamente, forse per farsi perdonare un passato di indifferenza nei suoi confronti.

Angelo pero' sembra ormai rinchiuso in una banale normalità, senza voglia di cambiare qualcosa e con quella "perfidia" che sarà tragica nel finale. Sono amplificate le distanze e le solitudini dei due protagonisti nei silenzi e nei primi piani frequenti. Sono silenzi assordanti a cui fanno da musicalità distrurbante le conversazioni radiofoniche con le continue litanie religiose, incongruenti con quanto accade in quel piccolo angolo di mondo.

Si nota una desertificazione dei rapporti personali che rende l'essere vuoto ed ostaggio degli eventi, aumentando il senso di malessere che già è diffuso e sin troppo comodo come caprio espiatorio. "Perfidia", dichiara il regista, "è un film profondamente legato al tempo in cui viviamo, un film che nasce da ricordi, da situazioni vissute e immaginate, da me stesso e da persone che ho conosciuto. Persone fragili, invisibili, incapaci di desiderare qualcosa di meglio, ma al tempo stesso capaci di commettere atti incoscenti, cosi', senza un'apparente motivazione razionale o un significato univoco, senza averne una reale consapevolezza. L'unica spiegazione che si puo' dare alle loro azioni è gia' li', nella loro vita, nel loro vuoto culturale, nella mancanza di aspirazioni, di passione, di amore."

E' la chiave di lettura del film per non farsi trascinare da affrettate e facili considerazioni o critiche, in grado di dare il giusto risalto a questa importante opera del giovane regista sardo.

10/08/2014, 15:30

Luca Corbellini