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Ambiente-Incontri torna il 12 e il 13 agosto
a Sacile a vent’anni di distanza


Ambiente-Incontri torna il 12 e il 13 agosto a Sacile a vent’anni di distanza
Il 12 e il 13 agosto alle 21.00 a Palazzo Ragazzoni Sacile riaccende i riflettori su quella felice esperienza che fu, piů di vent’anni fa, Ambiente-Incontri, la prestigiosa rassegna cinematografica sul tema dell’ambiente e della natura ideata dalla ProSacile e realizzata in collaborazione con Cinemazero, che portň in cittŕ nelle sue sei edizioni illustri ospiti cinematografici.

Lea Massari, attrice che negli anni ’60 fece battere parecchi cuori; Jean Rouch, grande etnologo, antropologo e regista francese; il celebre documentarista e saggista Folco Quilici; Michelangelo Antonioni, maestro planetario indiscusso; e Vittorio De Seta, innovatore nell'uso del colore, furono alcuni dei protagonisti delle giornate del festival liventino.

Grazie al presidente del festival, Franco Piavoli, regista e poeta ineguagliato il cui primo film Tarkovski defině “un capolavoro”, a Sacile venne anche Ermanno Olmi a presentare il suo ultimo film. E proprio Piavoli, alla notizia di questo ricordo con cui gli organizzatori vogliono riportare l’attenzione sull’iniziativa, ha voluto “presenziare” con un video, che inaugurerŕ questa due giorni il 12 agosto.

Passeranno sullo schermo i film piů premiati, alcuni dei quali coprodotti dalla stessa ProSacile grazie al “Premio per il miglior progetto” organizzato nell’ambito del Festival stesso, oltre ad altri lavori passati in concorso. In particolare si potranno vedere un piccolo lavoro del National Geographic (1991), e il medio metraggio “L’orto di Flora” (2008) – un episodio del film Terra Madre di Olmi – diretto da Piavoli in cui si esprime tutto il suo amore per la natura, “Saffron” (1992) dell’iraniano Ebrahim Mokhtari sul duro lavoro che i coltivatori di zafferano devono affrontare, raccontato con una trama sontuosa che ricorda le miniature persiane e “Le lagune friulane: un ambiente da salvare” con cui Graziano Benedetti nel 1992 ci fa entrare in un territorio unico, tanto vicino eppure cosě poco conosciuto.

Il 13 agosto invece tornerŕ a Sacile un ospite di primo piano: lo sperimentatore Yervant Gianikian, la cui opera difficilmente classificabile ha raggiunto le piů prestigiose sedi espositive (dalla biennale di Venezia al MoMA di New York) e i principali festival cinematografici internazionali (Locarno, Rotterdam, ma anche Harvard o Lisbona). Gianikian insieme a sua moglie e compagna artistica Angela Ricci Lucchi si occupano di cinema sperimentale — hanno inventato i “film profumati” (odorama) che li hanno fatti conoscere. Nel ventennio successivo, la loro ricerca si sposta su archivi cinematografici dimenticati, spesso trovati durante viaggi in Paesi sfigurati dalla guerra. Inventano cosě la Camera Analitica, un dispositivo che proietta manualmente i fotogrammi delle vecchie pellicole, li rifotografa, li vira a colori e li monta con un procedimento artigianale che ricorda le immagini dei primordi del cinema, dove perň i protagonisti sono la pura veritŕ della storia: la violenza, le guerre, l’esilio, le migrazioni, l’emarginazione e il degrado.

La serata si aprirŕ con il corto “Tram Chin” dove Steve Braker espone il suo progetto sullo studio delle risorse naturali del Viet Nam, conquistando il Premio Miglior Progetto nel 1993, seguito da “Lo specchio di Diana”, con cui Gianikian vincerŕ il premio l’anno successivo. L’opera deriva da materiali cinematografici dispersi e relativi al recupero di due navi di Caligola sul fondo del lago Nemi, nel 1927, e all’inaugurazione del 1940 del Museo ad esse dedicato da parte di Mussolini, mostrando anche il peculiare modo di lavorare del regista.

Sarŕ dunque la volta di “Enkidu” di Mario Catto e Giovanni De Roia – vincitore nel 1996 – che pasolinianamente rilancia l’appello per salvare le mura di Sanaa; e “La diga sul ghiaccio” (1953), tra i primi lavori del Leone alla carriera del 2008 Ermanno Olmi.

07/08/2014, 14:37