Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del cortometraggio "Il Colloquio"


Note di regia del cortometraggio
Sono molto contenta di aver realizzato questo cortometraggio. E' la seconda produzione della mia associazione "Cineroad" e dopo un lavoro come "Solo di Passaggio" che ci ha portato così tanta fortuna nei festival nazionali (abbiamo vinto ben 14 premi, di cui 2 come "Miglior Film") è stato difficile trovare una storia che potesse competere, se non superare quella precedente. Una sera ero a cena e Enzo (Latronico, lo sceneggiatore) inizia a raccontarmi una serie di episodi riguardanti suo fratello. Si trattavano, appunto, dei colloqui di lavoro che lui aveva sostenuto presso una ditta. La cosa che mi aveva maggiormente incuriosita e divertita, è stato l'approccio del ragazzo nell'affrontare i colloqui volti non solo a mettere in difficoltà gli esaminatori ma a farlo emergere in cattiva luce, proprio per non essere preso nell'azienda per via della "raccomandazione" del padre. Ma la cosa che non si aspettava minimamente è che forte della "raccomandazione", nonostante i suoi numerosi tentativi di fare una pessima impressione, ne è uscito ancora più vincente a tal punto che, alla fine, è stato addirittura assunto. Geniale!!!! Pensai……e da lì, quasi per scherzo, dissi a Enzo che avremmo dovuto scrivere una sceneggiatura per un film. Il pensiero l'ho avuto per diverse settimane fino a quando mi ero completamente convinta che sarebbe stata la storia perfetta da realizzare come nostra seconda produzione. Mi è capitato, in questi anni, di guardare diversi cortometraggi che trattavano il tema del "lavoro" ma la maggior parte erano dei drammoni che anziché commuovere risultavano alquanto ridicoli, in virtù dell'estrema rappresentazione di questo tipo di disagio, in cui gli attori recitavano "sopra le righe". La forza vincente de "Il Colloquio" sta invece nel voler raccontare una tematica così forte in chiave ironica e assolutamente in controtendenza. Sono stata molto fortunata a lavorare con persone, sia del cast che della troupe, abituati a girare in grosse produzioni a livello nazionale e internazionale, che hanno creduto così tanto nel progetto anche se realizzato da una regista giovane e acerba come me. Spero che il pubblico apprezzerà questa storia e che possa divertirsi e riflettere su uno dei problemi più gravi dell'Italia contemporanea, che avvilisce il mondo degli adulti ma soprattutto dei giovani…….e in questo, mi ci metto anch'io!                     

Giorgia Scalia

08/03/2014, 09:31