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OLHOS - Giovanni Cioni e l'artista Marta Wengorovius


Il documentarista ha parlato a Cinemaitaliano.info di "Olhos", un articolato e sperimentale progetto su Lisbona.


OLHOS - Giovanni Cioni e l'artista Marta Wengorovius
Come nascono i tre film che compongono "Olhos"?
Giovanni Cioni: I film nascono dalla collaborazione con l’artista portoghese Marta Wengorovius che mi aveva invitato per una serie di “performance”, delle specie di rituali legati al fatto di guardare qualcosa insieme, come se tu vedessi qualcosa per la prima e l'unica volta. Questi erano degli appuntamenti di gruppo che venivano dati a Lisbona o nelle vicinanze della città per assistere al tramonto del sole o alla nascita della luna. Si assisteva ad eventi come l’alba e il sorgere del sole, erano posti vicino all’Oceano, verso Ovest, c’erano anche posti in campagna nell’Alentejo. Gli spettatori partecipavano a queste osservazioni di gruppo con dei dischi, concentrando la propria attenzione su quel punto preciso, una specie di binocolo naturale, un imbuto ottico dove far convergere tutta l’attenzione necessaria per la visione, come una specie di espansione del corpo umano, una macchina da ripresa naturale.

Tu partecipavi a queste azioni come regista e osservatore con la macchina da presa?
Giovanni Cioni: Per me non si trattava di documentare ma di partecipare come cineasta al rituale del guardare, di tradurre queste performance in linguaggio cinematografico, con la libertà che ti dà lavorare in un contesto extra cinematografico quale l'arte contemporanea, e questo mi permetteva di sperimentare. Sperimentare su delle questioni che poneva il progetto di Marta: come raccontare questo rituale di essere qui in un luogo, ad aspettare un evento, un tramonto o un'alba, come se lo si vedesse per la prima e ultima volta? Che senso può avere questo? Ha senso? In realtà il bello del lavoro con l'arte contemporanea, con la coreografia, è la capacità di porsi domande insensate e lavorarci, e spesso questo ha molto più senso che nella prosa narrativa del cinema, spesso limitata dall'analisi logica lineare.

Quanto è durata la lavorazione dei tre capitoli di Olhos?
Giovanni Cioni: Sono tre osservazioni diverse, realizzate nel 2007, 2008 e 2009. Tre tappe di un percorso. Ogni volta venivo a Lisbona per qualche settimana, per la preparazione e le riprese. Poi montavo il materiale, ci scambiavamo idee via skype. I tre film sono stati prodotti con i soldi della Fondazione Gulbenkian di Lisbona e poi mostrati a Parigi e a Lisbona al Museo d'arte contemporanea. L’ultimo episodio dell’alba è più descrittivo, un cammino molto lungo nella campagna per arrivare all’osservazione del fenomeno. Il primo legato al tramonto lo definirei “labirintico”, molto frammentato. Il secondo è legato alla luna ed è quasi un sopralluogo alla ricerca del posto da dove assistere al sorgere della luna.

02/03/2014, 20:04

Duccio Ricciardelli