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IL 5 APRILE MI UCCIDO - Sergio Canneto al Festival di Rotterdam


Un mediometraggio sperimentale ed innovativo, una ricerca all’interno del linguaggio cinematografico.


IL 5 APRILE MI UCCIDO - Sergio Canneto al Festival di Rotterdam
Il regista senigalliese Sergio Canneto è stato selezionato con il mediometraggio dal titolo “Le 5 avril je me tue” (“Il 5 aprile mi uccido”) alla 43° edizione dell'International Film Festival di Rotterdam (IFFR) che si appresta a coinvolgere come ogni anno l’intera città dei Paesi Bassi. 26 sale a programmazione completa, oltre 300 mila visitatori, più di 2.500 i rappresentanti dell’industria cinematografica e con uno dei mercati cinematografici più importanti del settore (CineMart). Dodici giorni, dal 22 gennaio al 2 febbraio, all’insegna del cinema indipendente ed innovativo, installazioni ed esposizioni di arti visive legate ai film e a spettacoli dal vivo provenienti da tutto il mondo. Considerato non solo il più importante festival dell’Olanda, ma anche uno dei principali festival cinematografici di linguaggio sperimentale a livello internazionale, l’IFFR offre infatti una piattaforma per supportare il cinema indipendente di tutto il mondo nel tentativo di scoprire nuovi film e registi di talento.

Le 5 avril je me tue”, ammesso nella sezione “Spectrum Shorts”, racconta di Arnold, un uomo che di fronte ad un semplice calendario sceglie il giorno del suo suicidio, un giorno tra gli altri, dettato dal caso. La morte gli è indifferente e così come si programma un viaggio, un appuntamento, la vita in generale, lui programma la sua morte.
Un mediometraggio sperimentale ed innovativo, una ricerca all’interno del linguaggio cinematografico la cui storia è stata ispirata dall'ultima fase scritta da Cesare Pavese prima del suicidio (“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”) e dalla poetica dell'assurdo di Albert Camus:
"Si è formata in me" – afferma il regista Sergio Canneto – "l'immagine di un uomo invaso dalla realtà con la quale non riesce però ad accordarsi e che lo logora, lo strema, lo fiacca. Un'angosciosa caduta di senso della vita corredata da un impalpabile ‘senso di colpa’ nei confronti di chi è vicino ma non può capire, e che non hanno parole per essere espressi. Durante le riprese iniziavo con un’improvvisazione guidata con gli attori e da questa cominciavo a codificare gesti e parole fino ad arrivare alla loro stilizzazione, all'essenzialità dei movimenti e degli sguardi. Questo permetteva di fare in modo che la loro natura di uomini prendesse rilievo e che il film si nutrisse della loro spontaneità e vitalità. Ho costruito inquadrature come contenitori di sguardi e di azioni che si esauriscono al loro interno, chiuse a qualsiasi ingresso dal fuori campo generando uno spazio e un tempo il più vicino possibile alla voce del protagonista, al suo mondo ormai chiuso e prossimo alla fine. Ho utilizzato il suono per costruire lo spazio delle inquadrature, per comprimerlo, per seguirne il ritmo interno attraverso i lunghi silenzi, i rumori d'ambiente e i dialoghi. La fotografia invece per dare nitidezza ai colori e alle forme immergendole in spazi scuri o fortemente illuminati, per non dare scappatoie allo sguardo".
Il missaggio audio e la colonna suoni è stata curata dal musicista e compositore Giuseppe Ielasi.

Girato in Francia, a Parigi, nel 2012, il film è stato prodotto da Valeria Belbusti per Meridiano Film, una giovane realtà cinematografica nata a Senigallia nel 2011 e produttore associato del film “L'amministratore” di Vincenzo Marra in concorso ufficiale al 8° Festival di Roma, con il sostegno di Marche Film Commission e della Fondazione Marche Cinema Multimedia attraverso il Bando di sostegno alla produzione audiovisiva regionale.

15/01/2014, 19:18