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FdP 54 - DAL PROFONDO - Nella miniera del Carbosulcis


FdP 54 - DAL PROFONDO - Nella miniera del Carbosulcis
Comincia con l’immagine di un ascensore che sprofonda nelle viscere della terra questo “Dal Profondo” di Valentina Zucco Pedicini, un viaggio nella vita dei minatori sardi della Carbosulcis. A 500 metri di profondità tutti i giorni lavorano degli uomini che lottano per la sopravvivenza e la propia dignità. Tra loro c’è anche una donna, Patrizia, l’unica minatrice italiana, anche lei resiste da anni in quell’inferno fatto di buio e di gallerie per continuare quel lavoro che tutta la sua famiglia ha fatto da sempre. La miniera a breve verrà chiusa e i lavoratori si barricano dentro le gallerie, saldano i cancelli, lo sciopero e il blocco della lavorazione servono agli operai e alla troupe della Pedicini per aprire un momento di riflessione sul senso di quel gesto di rivolta e sul futuro di quel lavoro nelle viscere della terra.

Realizzato in tre anni di riprese, vincitore del Premio Solinas 2012 per il documentario, "Dal Profondo" conferma la maturità della sua autrice che in questo film mostra in pieno tutto il suo talento. Il documentario, come afferma la regista, è stato realizzato “con” gli operai della Carbosulcis, il loro contributo è stato fondamentale per la buona riuscita del progetto, grazie a loro infatti possiamo accedere ad un mondo sconosciuto alla maggior parte delle persone. La storia di Patrizia e dei minatori viene narrata con pochissime parole, zero interviste, la fotografia splendida di Jakob Stark costruisce sequenze di una forza cinematografica impressionante, quasi scolpite nei contrasti di luci e di ombre dei cunicoli di quell’inferno di roccia scura. Le scene degli operai che lavorano intorno alla trivella che scava nel buio delle gallerie mostrano con spietata crudezza le condizioni di lavoro della Carbosulcis. Molto belli i momenti di “still” cinematografico durante i quali la Pedicini si ferma ad osservare i volti e i corpi degli operai che guardano in camera. La regista per rendere ancora più filmiche delle sequenze, introduce poi carrelli e crane che contribuiscono a creare istanti di profonda poesia visiva.

02/12/2013, 10:20

Duccio Ricciardelli