!Xš‚‰

FIAMME DI GADDA - Mario Sesti racconta l'ingegnere


A distanza di quarant'anni dalla sua scomparsa, la vita e l'opera dello scrittore milanese Carlo Emilio Gadda viene raccontata in un documentario.


FIAMME DI GADDA - Mario Sesti racconta l'ingegnere
"Gadda cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento".
Con queste parole, nelle sue "Lezioni americane", Italo Calvino si soffermò ad analizzare lo stile dello scrittore Carlo Emilio Gadda, uno stile che a distanza di quarant'anni dalla sua morte è rimasto unico nel suo genere.

Proprio da quel gusto per il "groviglio" si è lasciato guidare Mario Sesti nella regia di "Fiamme di Gadda. A spasso con l'ingegnere", un documentario che va molto oltre alla tradizionale idea di biopic.

Già autore di film su Pasolini e Fellini, Sesti ha sempre preferito tenere lontano da se l'immagine del regista, definendosi piuttosto come "un critico che usa il cinema per fare critica". E proprio in questa direzione procede il film. L'analisi dell'opera di Gadda rimbalza dal teatro alla strada, affidandosi ora alla recitazione di Sergio Rubini con il commento musicale di Teho Teardo, ora alle parole dello scrittore Maurizio Barletta, che porta "a spasso" lo spettatore lungo le strade romane abitualmente percorse dal poeta milanese.

Da un'immagine geometrica con camera fissa si va alla più "sporca" camera a mano, dalle evocative sequenze di fotografie si passa alle immagini di repertorio, tutto shakerato con l''animazione di un uomo che percorre una strada in solitudine, la silhoutte di "un metro e ottantadue di ingegnere-scrittore, un grizzly cortese e ossequioso, capace senza preavviso di imprecazioni o tenerezza".

Sesti adotta così una molteplicità di stili espressivi, arrivando a dipinge un quadro narrativo tanto stratificato quanto affascinante. Sul finale, la lettura del racconto “L’incendio di Via Keplero”, che l'attore Pino Calabrese fa davanti agli spettatori del Teatro Valle Occupato, impreziosisce ancor di più un film che, terminato, ti lascia in corpo un'insana voglia di scoprire o riscoprire l'opera dell'ingegnere.

21/05/2013, 18:05

Antonio Capellupo