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Note di regia del film "Mosaic"


Note di regia del film
Quest'opera nasce dall'esigenza di cogliere ed evidenziare le diverse problematiche che costellano la società nella quale viviamo e che, ogni giorno, invadono la serenità della nostra vita quotidiana. Viviamo, infatti, in una società malata, debole, perché ormai scarsamente “nutrita” di principi morali e etici. Una società composta da singoli individui che, pur nella loro distinta diversità, sono, senza rendersene conto, vittime di un sistema sociale i cui codici di comunicazione si alimentano di modelli di riferimento superficiali e violenti. Una società che si nutre di materialismo e di forma: elementi che costituiscono lo “strumento più semplice e veloce da utilizzare”, perché consente una facile appropriazione e un facile utilizzo dei fatti, delle cose e, ancor più delle coscienze dei singoli che poi, nel loro insieme, definiscono il tempo storico nel quale si identifica la società umana moderna. Una società che, attraverso tali codici finisce per nascondere e mortificare i veri valori esistenziali di ciascun essere umano che la compone, per lasciar pericolosamente spazio all'apparenza travolgente dei fatti più eclatanti: così che ogni singola persona, non diventa altro che la vittima inconscia di un'abitudine, sempre più cronica, a una convivenza con l'apparenza che non riesce a superare, lasciando irrisolte le vere problematiche di fondo che la animano.
Per affrontare questo argomento, il regista ci racconta la storia di otto persone che abitano lo stesso condominio a New York. Il regista si serve di tale scenario per raccontare un fatto di cronaca nera, intessuta da intrighi che, nel dipanarsi di una narrazione filmica costruita sulle indagini serrate di due detectives, si confronta con la complessità psicologica di ogni personaggio coinvolto nei fatti. Una dimensione espressiva cinematografica intensa, dinamica, agile e incalzante, sia per la forza delle scene, sia per la crudezza della recitazione, elementi che costituiranno un vero collante con la reale e, nel contempo affascinante, cornice di New York.

Otto possibili testimoni: tutti hanno un movente.
Gran parte del film è ambientato all'interno di una stanza d'interrogatorio della polizia reparto crimini di New York. Una vera e propria scommessa per il regista, quella di affrontare un argomento così legato alla società moderna, e quindi, alla città e alla strada, senza però focalizzarsi sulle locations in esterno, bensì creando dei dialoghi semplici e, allo stesso tempo, intensi e intrecciati con la trama di un omicidio.

Come specificato in precedenza, l'elemento psicologico è dunque fortemente rappresentato nella trama del film. Infatti, durante l’interrogatorio degli otto inquilini, emergono i problemi esistenziali di una società in degrado e, come conseguenza, il rapporto causa-effetto del loro modo di vivere la vita.
Il razzismo, la disoccupazione e il rifiuto di una società ipocrita, il problema dell’aborto, le manie di depravazione, il furto, il gioco d’azzardo, la prostituzione e lo spaccio di droga, rappresentano le principali problematiche del mondo attuale e sono nel film racchiuse in un’unica vicenda animata dal dubbio, dalle profonde interiorizzazioni, dalle tensioni, dalle forti sensazioni e dalle riflessioni che ogni personaggio lascia trasparire.
Otto storie che si intrecciano fino ad una risoluzione dell’omicidio, che sarà la chiave di volta per la vita di ogni abitante del palazzo.
Una ricostruzione del crimine che, come accennato in precedenza, avviene attraverso gli interrogatori eseguiti da due detective della polizia e che, attraverso un confronto crudo e serrato, tenteranno di far cadere psicologicamente ogni sospettato fino alla sua risoluzione.

Marco Cabriolu