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Libro/film - STUDIO ILLEGALE, Baccomo riformula sé stesso


Il libro di Federico Baccomo - firmato con lo pseudonimo Duchesne - diventa un film da lui scritto, interpretato da Fabio Volo


Libro/film - STUDIO ILLEGALE, Baccomo riformula sé stesso
Quando si affidano il soggetto e la sceneggiatura di un film tratto da un libro all'autore di quello stesso volume si verificano due cose: il lettore si fida automaticamente di ciò che andrà a vedere sullo schermo, e il critico non potrà parlare di tradimento alla pagina scritta (la sceneggiatura, precisiamo, è opera del regista Umberto Carteni e di Francesco Bruni in collaborazione con Baccomo).

Come la mettiamo quindi con "Studio Illegale"? Il film è la versione cinematografica del libro omonimo di Duchesne, pseudonimo sotto cui si nascondeva Federico Baccomo. Era il 2009, e da un blog (Studioillegale.splinder.com) nato come valvola di sfogo in cui Baccomo raccontava sue vere esperienze nel mondo degli studi legali nacque un libro, edito da Marsilio e piccolo/grande caso editoriale di quell'anno, capace di arrivare oggi a 50.000 copie stampate, non poco.

Da tempo si parlava di un film tratto da quel libro, che nel frattempo ha ovviamente perso posizioni nelle pagine dei giornali e nei ricordi del pubblico: ovvio quindi cercare di aggiornarlo all'oggi (tutte le derive su inquinamento, sindacati e posti di lavoro da garantire sono inesistenti nel testo originario), e puntare su un protagonista che sembra - oggettivamente - uscire dalla pagina scritta. Facile immaginarsi (uno come) Fabio Volo nel ruolo di Andrea Campi , anche perché - purtroppo per il film di Carteni - spesso lo si è visto al cinema in ruoli simili.

Del libro al cinema restano le citazioni dai discorsi qualunque raccolti per strada (ma nel libro sono di più e hanno un "peso" maggiore, mentre qui si limitano praticamente a una scena iniziale), resta l'ironia sull'uso estremo di terminologia inglese senza motivo, e poco altro. Le piccole variazioni tra pagina e schermo sono invece tantissime, inutile elencarle tutte e dar loro importanza (i Ricchi e Poveri diventano una metal band, Treviso diventa Pinerolo, la ex Eleonora da ragazza incinta si trasforma in Elena e con un figlio di un anno, e così via...).

Più grave pare invece il cambio di meccanismi nella storia tra Andrea ed Emilie (che nel libro è un'italiana a Londra e si chiama Emily, qui invece è francese...), così come le dinamiche con cui l'avvocato in carriera arriva a prendere nel finale la decisione che potrebbe cambiargli la vita (aggiungendo poi intrighi di spionaggio e una fase "depressiva" che rubano spazio alla storia originale): l'impressione è che di "Studio Illegale" (il libro) rimanga solo il titolo e poco più, un guscio vuoto per attirare i lettori al cinema e nient'altro. Era forse meglio non pagare i diritti, inventare un nuovo titolo e ripartire da lì?

08/02/2013, 11:50

Carlo Griseri