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ALL'ULTIMA SPIAGGIA - Ridere facile. Come in Tv.


Gianluca Ansanelli racconta le storie comiche di chi ha perduto la partita. Un nuovo reality per la tv a caccia di personaggi patetici che davanti ai selezionatori tolgono il freno a mano e riferiscono la propria esperienza. Dario Bandiera, Paola Minaccioni, Nicole Grimaudo, Ivano Marescotti, Giuseppe Giacobazzi, Antonio Giuliani tra gli interpreti principali dei vari episodi. In sala da giovedì 4 con Medusa


ALL'ULTIMA SPIAGGIA - Ridere facile. Come in Tv.
Paola Minaccioni e Nicole Grimaudo
L'idea è un po' la stessa di "Workers" uscito poco prima dell'estate per la regia di Lorenzo Vignolo: un pool di esaminatori che, da dietro una scrivania, stimola i vari personaggi a raccontare le proprie vicende. Lì erano agenti di lavoro interinale che raccontavano anche se stessi, qui sono selezionatori per una trasmissione televisiva, un reality dal nome esplicito: "All'Ultima Spiaggia".

Sembra dunque che il veicolo dell'interrogatorio e della conseguente risposta in flash back funzioni per trascinare un film intero attraverso i suoi diversi episodi. Qui i personaggi arrivano tutti dalla tv, quella commerciale, quella facile di prima serata, con battute ben scritte ma mai del tutto originali o graffianti. Un politically "scorrect" tranquillo, che maltratta i gay, ma in fondo gli vuole bene, che parla male di banchieri e bancari ma, alla fine, non sono peggio di altri (specie quando finanziano il film...), che sparla della malasanità al sud, dove però, per fortuna c'è anche lì il bravo chirurgo che ti salva la vita. E il sentimento è "sano e pulito", come alle 21,10 di ogni sera.

Manca solo Claudio Bisio che bonario saluta amichevolmente la vittima della battuta pungente...

Nel complesso però, per appetiti facili, il film funziona ed è ben girato da Gianluca Ansanelli, con gli attori che dimostrano di essere in grado di poter interpretare, e magari scrivere, anche qualcosa di più; Paola Minaccioni in testa. Insomma, professionalità sprecate in nome di un facile ritorno di consenso, nella convinzione che il pubblico voglia sullo schermo quello che prende dal televisore.

La colonna sonora è ricca di brani commerciali famosi un po' didascalici rispetto alle immagini e alle storie. I brani originali, sicuramente più adeguati, sono di Pivio e Aldo De Scalzi.

Quello che viene da chiedersi è per quale motivo uno spettatore che conosce e vede questi interpreti e questo tipo di comicità in tv gratis ogni giorno, dovrebbe pagare il biglietto per rivederla al cinema? Fosse a teatro, che tutti gli interpreti fanno ogni stagione, sarebbe comprensibile; almeno li vedi dal vivo. Ma in un film?

03/10/2012, 09:41

Stefano Amadio