UNA DONNA PER LA VITA - Intervista a Federico Landini


L'autore della soundtrack dell'opera prima di Maurizio Casagrande ci racconta la genesi delle colonna sonora del film.


UNA DONNA PER LA VITA - Intervista a Federico Landini
l film rimane sempre a metà tra il comico e il sentimentale, e alla musica è affidato il compito fondamentale di sottolineare i passaggi da un genere all'altro. In che modo ha operato per ottenere il risultato?
Federico Landini: La difficoltà iniziale è stata proprio questa: far convivere e rendere credibili, musicalmente, situazioni molto distanti tra loro. Dal punto di vista compositivo ho individuato 3 "piani", caratterizzati ognuno da sonorità e temi diversi tra loro, che interpretassero le 3 atmosfere suggeritemi dal regista: commedia, tono realistico ed allegro; sentimentale (quasi una favola, come io la definisco), sognante e fantastico; e il tema di Nadine, cristallino ed etereo.
All'interno di questi 3 mondi sonori, ho creato delle aree "neutre" di sospensione, che facilitassero l'inserimento di elementi provenienti da altre situazioni sonore, peri rendere più omogenei i continui e repentini passaggi tra un "genere" e l'altro.

Alcuni sketch presenti nel film sono giocati anche su piccole citazioni e rimandi da altro cinema, si veda il duello western a distanza tra Maurizio e il motociclista. In questo la musica ha un potere enfatizzante che supera quasi le immagini, non trova?
Federico Landini:Assolutamente si. Devo ammettere che Maurizio Casagrande ha fatto delle scelte coraggiose per quanto riguarda il trattamento della colonna sonora e dell'audio in generale. Ha affidato alla musica un ruolo specifico, a volte considerandola al pari di un attore sulla scena. Gli ha dato grande spazio. E per un compositore questo è molto gratificante.

Per Casagrande si trattava dell'opera prima e, tranne per il teatro, era la prima volta che si trovava a dirigere un intero gruppo. Che tipo di collaborazione si è venuto a creare con lei?
Federico Landini: Sono partito avvantaggiato. Tra noi c'è un'amicizia fraterna e duratura, condita da stima e fiducia reciproca. E' un rapporto nato sulle tavole del teatro insieme alla nostra carriera; quindi devo ammettere che conoscevo bene il regista. Scherzi a parte, la lavorazione è stata molto stimolante e piacevole. Maurizio mi ha lasciato piena libertà. Il materiale che man mano gli sottoponevo non ha quasi mai subito modifiche. E' capitato di passare insieme qualche ora o nel mio studio, per disegnare e far recitare al meglio la musica su particolari scene. Questi sono stati sicuramente i momenti migliori.

Oltre a numerosi film per il cinema, ha scritto le musiche per vari documentari. Trova che nei diversi linguaggi la musica possa assumere un valore diverso?
Federico Landini: Direi che il valore della musica, associata alle immagini, è sempre lo stesso, ovvero enfatizzare, sottolineare e stimolare sensazioni ed emozioni che a volte il video da solo non riesce a trasmettere appieno. La differenza, a mio avviso, è nel carattere e nell'equilibrio tra il video e l'audio Nei documentari la musica ha sicuramente un carattere descrittivo, quindi in genere usa toni pacati, quasi mai sopra il valore delle immagini. Caso opposto è ad esempio lavorare su una pubblicità, dove la musica e la colonna audio spesso è "urlata", ovvero molto più aggressiva delle immagini, proprio perché è l'elemento che in 30 secondi deve entrare in testa e catturare velocemente l'attenzione del pubblico.
Il cinema, per me, sta a metà. A volte la musica è di complemento alle vicende ed al dialogo. A volte può e deve essere protagonista assoluta.

21/09/2012, 13:24

Antonio Capellupo