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TORMENTI, FILM DISEGNATO - Evento al Premio Amidei 2012


Incontro con Filiberto Scarpelli e Silvia D’Amico, autore e produttrice di una "follia produttiva" che vuole essere un "monumento a Furio Scarpelli".


TORMENTI, FILM DISEGNATO - Evento al Premio Amidei 2012
Un graphic movie? "Tormenti - Un film disegnato" è, fondamentalmente, una "pazzia produttiva", come l'ha definito la produttrice Silvia d'Amico alla presentazione del film – evento speciale all’interno della trentunesima edizione del Premio Sergio Amidei, in corso in questi giorni a Gorizia.

Un'opera che vuole essere un "monumento a Furio Scarpelli", dato che tutto il film è composto da disegni, bozzetti, schizzi e studi preparatori creati di getto dal grande sceneggiatore durante la scrittura di un grottesco ménage a trois, collocato temporalmente tra il 1935 e il 1937, e ambientato tra la fascistissima Roma e la Spagna della guerra civile, tra le truppe rivoltose di Franco e le eterogenee Brigate Internazionali accorse da ogni dove per difendere l'ideale supremo della libertà. Un film voluto e diretto dal nipote di Scarpelli, Filiberto, la cui realizzazione ha occupato “sette, otto anni”, e che per quanto possibile è rimasto fedele ai desideri e alla visione dello zio, scomparso durante la realizzazione.

Non un film animato, ma un film disegnato, dalle immagini fisse con personaggi e oggetti immobili che compaiono, scompaiono, capitombolano e ruzzolano sullo schermo in uno stile che ricorda gli sketch "animati" di Terry Gilliam per il Flying Circus dei Monthy Python: l'impressione è quella di assistere a una graphic novel (definizione data dallo stesso Filiberto Scarpelli, in sala per commentare il film con gli spettatori), una vignetta dietro l'altra, con tanto di onomatopee scritte sullo sfondo, in una miscela di stili e forme (tavole colorate e in bianco e nero, schizzi di paesaggi dai frenetici tratti di matita, pennarelli, acquerelli, pastelli, chine...) che rimandono, in questa mescolanza, alle opere di Andrea Pazienza.
Un caleidoscopio di forme e colori dalle prospettive deformate, incredibilmente dinamico nonostante la staticità dei disegni, impreziosito da un grandissimo lavoro di doppiaggio, con attori chiamati a dar vita ai personaggi basandosi unicamente sugli schizzi e sulle indicazioni di Furio prima e di Filiberto poi, come fosse un radiodramma d’altri tempi, proprio quelli in cui è ambientato il film. Con eccelsi risultati, grazie alle interpretazioni di Omero Antonutti, Alba Rohrwacher, Luca Zingaretti, Valerio Mastandrea e, soprattutto, Elio Pandolfi, che dà vita addirittura a otto personaggi (di cui uno femminile).

Un film unico, riuscitissima commistione tra diversi media, in grado di rendere al meglio la sagacia e l’ironia di una sceneggiatura impeccabile nel ritmo dei dialoghi e nella costruzione dei personaggi, perfettamente inquadrati nell’epoca dei fatti e caratterizzati nelle loro psicologie (ad esempio, il fascista Rinaldo Maria Bonci Paonazzi, “grande stronzo”, maschera la sua povertà di idee esprimendosi unicamente con grande sfoggio di aggettivi e paroloni, in puro stile dannunziano, mentre il giovane comunista Mario Marchetti, al contrario, è ben più rozzo, sbrigativo e concreto nel parlare). Un’originale e divertente sguardo critico su un periodo storico che tuttora fa discutere, nello stile della più alta commedia italiana che ora, con la sperimentazione transmediale di questo film disegnato, entra nel nuovo millennio e mantiene la memoria e l’opera di uno dei suoi più grandi protagonisti, quel Furio Scarpelli cui noi, amanti del cinema, tanto dobbiamo. Tormenti sarà stato pure una “pazzia produttiva”, ma quanto abbiamo bisogno, ora, di queste insanità mentali!


Mattia Filigoi

23/07/2012, 08:21