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Vittorio Sgarbi: "Il film di Teresa Manganiello
è la storia di un'anima"


Vittorio Sgarbi:
Riportiemo il commento del critico Vittorio Sgarbi sul film "Sui Passi dell'Amore, Teresa Manganiello" di Pino Tordiglione:

I miracoli che si possono chiedere alla Beata Teresa Manganiello, essendo che i miracoli debbano essere successivi alla morte dei titolari c'è quello di rendere la sua vita esemplare attraverso un buon film, sobrio, senza retorica, senza enfasi, senza mitizzazione della santità come una quotidianità più elevata, una consapevolezza spirituale più matura e più consapevole dei principi di umanità e di eguaglianza fra gli uomini, quindi una ragazza ignorante , una ragazza del popolo, una ragazza povera, una ragazza analfabeta, ha l'istinto della fratellanza universale che è un principio democratico e cristiano insieme.

Il mondo che la circonda è di persone legate al potere, e per questo infelici, e di persone lontane dal potere, e per questo serene, a partire dai genitori, dalla madre e dal padre, ben tratteggiati, fino all'esemplare vita del non santo padre cappuccino che l'assiste ed assiste anche alla sua beatificazione nella vita mentre lui e un uomo giusto.

L'ambientazione è molto fedele, molto precisa. Il doppio registro del racconto con lo scrittore che ci introduce alla vita della Beata è un espediente narrativo che rende il film documentario a vantaggio della storia perché la fiction di una santa potrebbe sembrare un'invenzione, invece la presenza di una realtà quotidiana nel racconto rende la ricostruzione cronologica d'epoca fatta sulla base del racconto e quindi la legittima e ne da una ragione che non è quella di un’ invenzione fantastica.

Da ogni punto di vista si sente una regia ed una mano ferma, sobria capace di esaltarsi alla bellezza delle intenzioni, alla bontà delle intenzioni, ma di non cedere alla retorica che da quelle espressioni potrebbe derivare.

E' un film raccomandabile nelle scuole, raccomandabile nelle reti della Rai, potrebbe essere proiettato negli spazi di Minoli che indica i documenti d’ epoca, relativamente al 150° dell'unità d'Italia, in questo caso siamo in una dimensione diversa da quella della commemorazione risorgimentale.

Siamo di fronte ad una figura che ha una nobiltà semplice; la nobiltà degli esseri umani dipende dalla discendenza e dalla casta a cui appartengono; la nobiltà di una Santa prescinde dalle origini, soprattutto quando esse siano, come spesso accade ai Santi, povere; ed è nobiltà d'animo ed una santità che prima di tutto è una umanità eletta, è come se l' essere Santi fosse essere uomini buoni e giusti, e quindi sentire l’obbligo di quello che oggi è pane quotidiano in un’epoca in cui le ingiustizie sociali rendevano più forte la differenza tra ricchi e poveri ed i santi avevano il compito di determinare una mediazione fra i due mondi.

Teresa Manganiello sembra, anche nella perfetta interpretazione dell'attrice, nata per questo, per stemperare la differenza di censo; e pur essendo di famiglia povera sentire che il piccolo privilegio di non essere poverissima, di avere, quindi, genitori che lavorano in una condizione sociale ed economica non del tutto mortificata le impone di dare quel poco che ha agli altri; ed oltre a quel poco di materiale anche quel molto di spirituale che è nella sua intuitiva sensibilità e cultura; per cui la sua breve vita è stata dedicata agli altri, e questo di per se ragione di santità.

Dal film non ci sono elementi eclatanti che facciano pensare che lei ha compiuto dei gesti per cui debba essere memorabile tanto da aver determinato questo ordine delle Francescane Immacolatine, nella bella denominazione che si sono scelte, che sono suore che vivono una dimensione di umanità partecipata di condivisione con i più deboli di tutto quello che può venire da chi ha deciso di dedicarsi agli altri e quindi rinunciare all'egoismo, rinunciare ai piccoli privilegi, rinunciare a qualunque vantaggio anche minore.

Mentre i più ricchi fanno fatica a rinunciare ai grandi vantaggi che hanno una persona umile rinuncia al quel poco che ha perché sa che neanche quello é soltanto suo.

E' una santità semplice ed una beatitudine istintiva, come una natura profonda, come una condizione originale, come un essere stata privilegiata dal Signore che lei ama ed a cui si dedica per aver avuto questo animo così ben disposto verso gli altri.

Anche se essere ben disposti verso gli altri è un privilegio che non tutti hanno, molti sono mal disposti per cattivo umore; diceva Pascoli, più o meno negli stessi anni, che gli uomini preferiscono il male altrui al bene proprio, questi sono gli uomini nella condizione di invidia, di competizione che li mette l'uno contro l'altro.

Una persona che preferisca il bene altrui al bene proprio, e certo non ricerchi il male in alcun mo, ha una sua naturale santità e questo mi pare che sia la morale del film in dialoghi molto precisi, certo senza nulla di appassionante o di avvincente, per cui se dovessi dire che uno deve guardare questo film per essere travolto dalla storia, la storia non c'è, è una storia senza storia, è una storia di una vocazione spirituale, è la storia di una spiritualità, e come direbbe Verga: è la storia di un’anima, ecco questo è il film mi pare denunci.

La chiave dello scrittore come narratore della storia mette l'opera in equilibrio fra film e documentario che è la misura giusta che può avere un’impresa come questa a cui si è applicato il Tordiglione con molta attenzione, molta curiosità, molta minuzia, molta attenzione ai particolari, per cui è un film senza difetti, nonostante che manchi il racconto perché non è un racconto di una vita con avvenimenti, è il racconto di una predisposizione spirituale che si manifesta in atti semplici ed in atti neanche esemplari perché non vuole essere d'esempio Teresa Manganiello, non deve, non ha il sussiego di chi deve dire io sono.

E’ una ragazza semplice la sua semplicità e già di per se un miracolo in tempi di false complicazioni e di turbamenti, infatti tutta la sua impresa umana anticipa la psicoanalisi che al momento in cui gli spiriti cercano complicazioni interiore per evitare atti semplici, lei fa atti semplici e di per se questi sono profondi valori spirituali
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"Sui Passi dell'Amore, Teresa Manganiello": a critica di Vittorio Sgarbi


09/05/2012, 13:02