Fondazione Fare Cinema
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"To Rome with Love": quattro episodi
con Benigni, Allen, Cruz, Baldwin


"Un'influenza inconscia ma molto consistente del grande cinema italiano è innegabile" ha detto Woody Allen "sono cresciuto e sono rimasto un grande ammiratore del vostro cinema. Per uno della mia età è impossibile non esser stato influenzato dai grandi film del dopoguerra" ha proseguito il regista in conferenza stampa a Roma. Il film sarà in sala venerdì 20 aprile distribuito da Medusa in circa 600 copie.


Il film di Woody Allen, ambientato a Roma, esce finalmente in sala. Quattro avventure che si incrociano in montaggio e che mostrano personaggi e luoghi tipici del nostro paese.
La prima sensazione è quella del "luogo comune" dello stereotipo italico, addolcito dalla raffinatezza dell'autore ma, come diceva Fantozzi "baffi neri e mandolino". Il dubbio arriva proprio considerando l'eccellenza di Woody Allen, e allora viene da riflettere e ci si domanda: è così che ci vedono all'estero o è proprio così che siamo? Fermi nell'immagginario mondiale al "Volare" di Modugno o a Michelangelo e Leonardo, all'opera lirica o ai più moderni frequentatori di escort. Niente di più che una Fontana di Trevi, di un tramonto su Piazza di Spagna o dei vicoli di Trastevere. Non c'è altro da citare oltre il vigile di Piazza Venezia? Nulla il nostro cinema ha prodotto dopo De Sica, Rossellini e Fellini? Forse è proprio così, almeno a livello internazionale, o forse no e il problema è che non siamo stati abbastanza forti da imporre la nostra cultura oltre il Rinascimento o il neo-realismo.

E' vero anche che forse agli occhi dei francesi, ma questo andrebbe chiesto a loro, anche "Midnight in Paris" appare fitto di luoghi comuni sulla città e pieno di personaggi e situazioni stereotipate, mentre ai nostri appare solo il fascino e la cultura. Sarà così anche per l'Italia?

Comunque "To rome with Love" è divertente, con due episodi più degli altri, quello con lo stesso Allen come protagonista e quello con Roberto Benigni, finalmente in un ruolo normale (almeno nella prima parte) dove è un piacere vederlo interpretare un personaggio semplice e recitare accanto ad altri attori senza essere se stesso. Certo non è acuto come "Midnight in Paris" o ricco di battute e situazioni come le sue prime commedie ma, sorrisi, qualche risata e un paio di colpi di genio, lo rendono sicuramente un film da vedere.
Anche per la valanga di cammei di attori italiani: oltre a Benigni, protagonista di un episodio, è anche Alessandro Tiberi (lo stagista di Boris) affiancato alla prostituta Penelope Cruz. E poi Alessandra Mastronardi, Antonio Albanese, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio, Donatella Finocchiaro, Ninni Bruschetta, Maria Rosaria Omaggio, Giuliano Gemma e tanti altri che, oltre alla co-produzione Medusa, lo rendono un film anche un po' "italiano".

13/04/2012, 18:05

Stefano Amadio