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"L'Ultimo Terrestre": un alieno tra gli alieni


"LUltimo Terrestre", opera prima di Gian Alfonso Pacinotti, prova ad "animare" un certo cinema italiano svicolando nel grottesco e nel simbolico e cogliendo lItalia in un futuro prossimo e per nulla turbato da uno sbarco alieno. Fumettista pisano di grande talento e sensibilit, Pacinotti si lascia ispirare per il suo debutto dalle "nuvole" di Giacomo Monti, di cui adatta il romanzo a fumetti Nessuno mi far del male. Ripartito in venti episodi, la graphic novel di Monti diventa sullo schermo un lungo racconto che raccorda le storie originali attraverso un unico personaggio, alieno tra gli alieni e "affetto" da un problema personale (lalessitimia).

Pi funzionale alla narrazione cinematografica, la scelta di Pacinotti risponde nondimeno a unurgenza di poetica che rende "LUltimo Terrestre" pi simile alle proprie tavole e affine al proprio mondo abitato da vinti, invisibili ed esclusi. Combinando lordinario con lo straordinario, il regista immagina unItalia notturna e disillusa, che larrivo degli alieni coglie spassionata e lascia indifferente. Piovuti da un cielo stellato, gli alieni de Lultimo terrestre sono creature da esplorazione e non da guerra, discese per curare la nostra miseria e recuperarci alle nostre competenze emozionali, per trafiggerci con un raggio di sole, come il protagonista sentimentalmente deficitario di Gabriele Spinelli, o per bruciarci come demoni mercanteggiatori di filosofie.

28/03/2012, 21:22

Battista Passiatore