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I NOSTRI ANNI MIGLIORI - 5 testimoni della rivoluzione tunisina


I NOSTRI ANNI MIGLIORI - 5 testimoni della rivoluzione tunisina
Tra febbraio e aprile 2011 ventitremila tunisini sbarcano a Lampedusa in cerca di un futuro diverso da quello che hanno appena lasciato nella patria liberata da 23 anni di dittatura di Ben Alì.
Cinque di loro raccontano la propria vita durante la rivoluzione in Tunisia, uno dei paesi coinvolti in quella che è stata definita la “Primavera araba”, e la partenza per l’Italia nel film-documentario, I nostri anni migliori, realizzato da Matteo Calore e Stefano Collizzolli, per ZaLab, che ha già prodotto A Sud di Lampedusa, Come un uomo sulla terra e Il Sangue verde.

“C’era solo un posto in Tunisia dove non vedevi tutti i giorni l’immagine di Ben Ali: il carcere”. Sono le parole di uno dei protagonisti del film. Racconti pieni di emozione di ragazzi tra i venti e i trent’anni che da un giorno all’altro si sono ritrovati parte attiva di un grande movimento, dove il ruolo giocato dai social-media è stato determinante, in grado di rovesciare un regime autoritario che per anni ha limitato la loro libertà personale ed alimentato un sistema di malaffare e di corruzione. Mentre il loro paese comincia a muovere i primi passi verso la democrazia, per giovani tunisini la libertà è anche diritto di andare e cercare fortuna oltre confine.

Ma le loro speranze si infrangono sulle coste di Lampedusa. L’esodo di 23 mila tunisini si trasforma in un’emergenza umanitaria oltre ad un problema di ordine pubblico con un governo incapace di realizzare un piano di ospitalità degno di un paese civile e di gestire le violente proteste degli abitanti dell’isola che si sentono “sotto attacco” dei tunisini.

In un clima di tensione, "I nostri anni migliori" raccoglie le storie dei cinque giovani, fresche di rivoluzione e ancora cariche di aspettative per il futuro, parlando attraverso il filo spinato delle grandi tendopoli sorte in quel periodo tra Taranto, Potenza e Catania.
Dopo mesi rinchiusi nelle strutture di accoglienza in condizioni quasi detentive, solo uno dei cinque protagonisti del film sceglie di rimanere in Italia, gli altri oggi sono in Francia, in Germania e in Belgio. Un destino diverso, invece, è toccato a migliaia di quelli giunti sulle coste italiane che sono stati respinti e rimpatriati in Tunisia.

25/11/2011, 08:53

Monica Straniero