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Note di produzione di "Tra i Quali"


Note di produzione di
Si tratta di una produzione complessa in collaborazione con il Nuovo Albergo Popolare di Bergamo, il dormitorio Galgario, la Cooperativa il Pugno Aperto e Lab80. Questo progetto ha come obiettivo lo sviluppo e l’approfondimento di quell’area di lavoro che caratterizza alcuni ambiti di ricerca e studio della compagnia: il teatro sociale. Con questa definizione Araucaìma Teater identifica progetti che commistionano lo strumento teatro con diverse forme di marginalità sociale.
Il progetto si è articolato sostanzialmente in tre fasi, ognuna delle quali segue un proprio percorso ma, in alcuni stadi di lavoro, si sovrappone o interseca alle altre.
La prima fase, di carattere laboratoriale, si è mossa su due percorsi diversi: un laboratorio con un gruppo di utenti del Nuovo Albergo Popolare, composto da una decina circa di persone, caratterizzate da differenti disagi sociali, ma tutte inserite in progetti di integrazione e recupero definiti e un secondo laboratorio, in collaborazione con la cooperativa Pugno Aperto, che ha visto coinvolgere un’altra area socialmente fragile, quella del disagio mentale. La compagnia ha inteso operare ponendosi come primi obiettivi la comunicazione, la relazione e la differenza, utilizzando le tecniche e gli strumenti propri del teatro.
La seconda si è mossa in parallelo alla prima, con tempi e modalità differenti. Un gruppo di lavoro costituito da alcuni elementi della compagnia e da collaboratori esperti di Lab80 si è occupata di filmare lo svolgimento dei due laboratori, sviluppando interviste con i protagonisti, seguendo le loro vicissitudini anche all’esterno della comunità di accoglienza, per poi raccogliere, dopo una meticolosa cernita, il materiale più interessante in un video-documentario che tracci in modo significativo l’esperienza umana dei partecipanti.
La terza ed ultima fase si svilupperà a completamento della prima, intersecandosi in parte con la seconda. Il materiale umano, le suggestioni, le vicende intrinseche al percorso, saranno elementi costituenti di una nuova produzione teatrale della compagnia, diventando fulcro e anello di congiunzione di tutto il progetto.

Incontriamo Donato e Daniela in due seminari teatrali distinti. Donato dai baffi folti e un’energia generosa, e Daniela, mite e dolce, con uno sguardo sul mondo disarmante. Appartengono a gruppi diversi. Lavoriamo con loro per alcuni mesi, ci conosciamo, impariamo a fidarci. Vite che si intrecciano, realtà che si incontrano, uniche e singolari. Una cena, un pesce d'aprile, cinque mesi sulla strada, la fuga nel parco, un padre violento, una madre che amava i gigli, Martino Messaggi, un fiume, una porta chiusa, mani bucate, una comunità che non c’è più, un cane da caccia. Racconti leggeri e forti, crudi densi e inattesi. La nostra esistenza è una strada. E noi la percorriamo, ciechi, a tentoni, nell’affanno perenne di pianificare, programmare, con la speranza di non schiantarsi al prossimo scoglio. Con loro allunghiamo una fragile mano sul nostro percorso. Tastiamo a conoscere, dura pietra da scansare o valido appiglio a cui affrancarsi. Esploriamo il prossimo passo, costruiamo piccole sicurezze.
Tra i quali è corda intrecciata. Robusto canapo avviluppato che, lasso o teso, è sicura presa sul vuoto.