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PIAZZA GARIBALDI: l'Italia è morta, celebriamo la sua storia


Presentato a Torino dopo la prima veneziana il documentario di Davide Ferrario che parte dalla spedizione dei 1000 di Garibaldi per raccontare lo stato di salute del nostro paese. Con interventi di Luciana Littizzetto, Marco Paolini e Filippo Timi.


PIAZZA GARIBALDI: l'Italia è morta, celebriamo la sua storia
"Mi dicono tutti che è una mazzata": è lo stesso Davide Ferrario a parlare così del suo ultimo lavoro, il documentario "Piazza Garibaldi" presentato in anteprima all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e poi a Torino, in una serata speciale alla presenza del regista, del suo co-sceneggiatore Giorgio Mastrorocco e di Luciana Littizzetto, una delle "lettrici" del documentario.

Una "mazzata" necessaria, però, perché il documentario affronta in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia la storia del nostro paese e il suo attuale stato di salute, chiudendosi con un'amara considerazione: 'Italia è demograficamente morta, non c'è più nulla da fare se non assistere al declino di un popolo che tanto ha fatto ma nel giro di pochi anni non ci sarà più.

"Quella che vedete è comunque la versione ottimista del montato", avvisa Ferrario (come potete ascoltare nel video qui sotto, in cui appare insieme a Mastrorocco e Littizzetto). "Abbiamo deciso di aggiungere un punto interrogativo per smorzare un po' il pessimismo...".

Il film, che si è avvalso del sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte, segue da nord a sud il tragitto dei 1000 di Garibaldi, iniziando proprio dal liceo frequentato in gioventù da Ferrario e Mastrorocco e da cui partirono ben 40 "camicie rosse". Tra incontri cercati e fortuiti (il "seppellitore" di Augusta è un personaggio fantastico...), i due protagonisti scoprono l'Italia in tutte le sue contraddizioni.

"Piazza Garibaldi" è lo specchio di un paese che compie 150 anni e scopre di aver già passato - senza forse essersene accorto - il suo periodo migliore, arrivato ormai al tramonto di un'esistenza. "Non è un dramma - ha detto il regista in sala - bisogna solo capirlo e accettarlo. Tutti sappiamo che prima o poi dobbiamo morire, questo però non ci impedisce di vivere una vita piena e soddisfacente".


La presentazione a Torino


18/09/2011, 15:16

Carlo Griseri