Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "Pink Subaru"


Note di regia del film
Durante il mio primo viaggio in Palestina, un giorno mi trovavo al telefono con un amico giapponese, quando all’improvviso ci fu un forte rumore, come di esplosione, che lasciò il mio interlocutore dall’altra parte della cornetta letteralmente scioccato. “Era una bomba? Stai bene?” mi chiedeva, quando in realtà si trattava semplicemente di fuochi d’artificio per un matrimonio, ovvero qualcosa di molto comune in Palestina. Durante il mio soggiorno non mi è mai capitato di sentire delle vere bombe, mentre al contrario ho sentito tantissimi fuochi d’artificio, praticamente ogni giorno. E questa è una delle ragioni per cui mi premeva far sapere al pubblico quanto straordinario, bello e interessante sia questo paese.
Ho soggiornato a Tayibe, una città di arabi israeliani. Lì la gente mi guardava incuriosita, forse perché nessun giapponese era mai stato da quelle parti prima d’ora. Io però vi ho trovato tante connazionali: le automobili giapponesi, soprattutto Subaru. E in quanto giapponese, mi è venuta voglia di raccontare una storia attraverso le nostre auto.
Innanzitutto, ho deciso di non parlare di guerra o politica nel film, e nemmeno di pace, una parola che talvolta viene usata in modo troppo politicizzato. Ho vissuto a New York, dove coesistono innumerevoli etnie differenti in quello che viene soprannominato “melting pot”. Israele e Palestina hanno in qualche modo la stessa qualità di New York, grazie alla loro storia millenaria di immigrazioni e occupazioni. Il mio intento è quello di esprimere artisticamente questa cultura mista e contaminata, attraverso il punto di vista giapponese di un’automobile giapponese.
Spero che il pubblico percepisca attraverso il film che alla fine siamo – noi esseri umani - tutti uguali, e che la felicità è qualcosa di molto semplice.

Kazuya Ogawa