Fondazione Fare Cinema
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Roberto Cuzzillo: "Volevo raccontare una storia
lesbica sullo sfondo della guerra"


Roberto Cuzzillo:
Come mai ha deciso di ambientare la tua storia sullo sfondo della guerra in Bosnia?
Roberto Cuzzillo:
E' dal 2004 che avevo in mente questo progetto, da quando sono stato in Bosnia per lavoro. Sono stato molto colpito dalla situazione che ho trovato in quel paese - come ero stato colpito da bambino guardando i telegiornali che parlavano di una guerra così vicina - e ho iniziato ad approfondire il tema.
Ci sono tornato spesso, è nata la voglia di raccontare una storia e ho deciso di fare questo film.

Come hai scelto i tuoi protagonisti bosniaci (Anastazija Vidmar e Amel Orucevic)?
Roberto Cuzzillo:
Nessuno dei due è un attore, ho voluto loro perché avevano i volti giusti. Lei l'ho conosciuta qualche anno fa a Torino (è poi tornata a Zagabria e ora è di nuovo a Torino), è un'artista.
Lui invece vive a Viareggio, me l'hanno presentato quando stavo cercando l'attore giusto per la parte. Entrambi sono scappati dalla guerra e con loro mi sono confrontato molto: è stato utilissimo per me lavorare con loro per creare i personaggi e la storia.

Perché ancora la tematica lesbica, che torna dopo il tuo esordio "Senza fine"?
Roberto Cuzzillo:
Sono partito proprio dall'idea di raccontare una storia a tematica, e dal punto di vista femminile, sullo sfondo di una guerra. I due film nascono nello stesso periodo, è normale che ci siano legami.
Quello bellico è un argomento dimenticato, mi piaceva l'idea di raccontare una storia GLBT, perché anche gli omosessuali vivono e hanno vissuto sulla loro pelle quella situazione.

Come già nel tuo film d'esordio, anche in "Camminando verso" lasci molto spazio ai silenzi, ai primi piani intensi dei tuoi protagonisti.
Roberto Cuzzillo:
Nel film si parla di "energia muta", quella che si crea tra le due donne protagoniste: la loro non è una storia d'amore, è un'amicizia che va 'oltre', che dà loro molto e serve a entrambe per crescere, per imparare. Siamo troppo abituati a definire le cose. Vuole essere un film molto intimista, il silenzio era inevitabile.
Importante in questo senso il lavoro sulle musiche, scritte da Fabio Viana: avevo un'idea molto precisa di quello che volevo ma ho lasciato a Fabio totale libertà di movimento.

Quali sono le prossime tappe del percorso del film?
Roberto Cuzzillo:
Al momento di sicure ci sono le partecipazioni nelle prossime settimane al Mix di Milano e al Frameline di San Francisco. Poi vedremo per quanto riguarda i festival, mentre per l'uscita in sala inizieremo a lavorarci seriamente.

E cosa ci puoi già dire sul tuo prossimo lavoro?
Roberto Cuzzillo:
Che sarà di nuovo a tematica GLBT!
Ma questa volta maschile, non più femminile: al centro della storia un ragazzo pakistano che ho conosciuto a Manchester nel mio peregrinare per festival, Qasim Riza Shaheen.
Siamo ancora nella fase di scrittura, sto lavorando anche con lui: quello che mi affascina è potermi confrontare continuamente con chi lavora insieme a me, la sceneggiatura è solo un primo passo, tutti insieme la modifichiamo e completiamo in fase di realizzazione.

03/05/2011, 15:34

Carlo Griseri