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"Il Gioiellino": secondo film di Andrea Molaioli


Una gara tra Toni Servillo e Remo Girone per la ricostruzione della vicenda storica di Parmalat. Il film, prodotto da Indigo Film e Babe Films in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da BIM, narra la parabola di una grande azienda agro-alimentare italiana; dalla conduzione familiare alla gloria degli anni 90, fino al dissesto finanziario e alla bancarotta dei primi anni 2000


Girone batte Servillo 2 a 1. Questo è il risultato de "Il Gioiellino" il film di Andrea Molaioli in uscita venerdì 4 marzo distribuito da BIM.

"Il Gioiellino" narra la parabola di una grande azienda agro-alimentare italiana; dalla conduzione familiare alla gloria degli anni 90, fino al dissesto finanziario e alla bancarotta dei primi anni 2000. E' la storia di Parmalat e dei suoi vertici: Remo Girone è Rastelli il patron, Tony Servillo è il ragionier Botta, braccio ma anche mente dell'azienda, Sarah Felberbaum è Laura Aliprandi, nipote di Rastelli e messa ai vertici dallo zio per aumentare il controllo sulla società. E poi un gruppo di pochi impiegati (Lino Guanciale è il direttore marketing che finisce suicida, poi Fausto Maria Sciarappa e Lisa Galantini), dipendenti che si occupano della gestione, finendo invischiati nelle frodi e nei falsi messi in piedi senza soluzione per cercare di salvare la baracca.

La ricostruzione e il racconto ricordano molto lo stile di Paolo Sorrentino, con il sostegno musicale di Teho Teardo che accompagna l'azione, vista attraverso ampi movimenti di macchina e stretti primi piani, come a voler entrare nei personaggi lasciandoli muovere liberi nel loro ambiente.
A questo secondo film di Andrea Molaioli non si può negare un elevato standard qualitativo. Purtroppo, malgrado i riconoscibili sforzi non riesce a far presa, a far appassionare alla vicenda o ai personaggi, a far crescere l'attesa dell'epilogo, anche se già, in fondo, lo conosciamo. Forse il difetto è di aver puntato, avendo a disposizione Toni Servillo, sul personaggio del ragioniere. Gli autori (la sceneggiatura è di Molaioli insieme a Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli) provano a farcelo piacere, ma è evidente che, malgrado la grande prova d'attore, è il personaggio a non avere lo spessore per essere protagonista. Forse per questo Remo Girone, anche se veste i panni del vecchio capo senza polso e senza troppe nozioni di moderna gestione aziendale, riesce, con le sue debolezze ad entrare nelle grazie dello spettatore. Il capo è sempre il capo anche se dimesso e senza carattere, mentre il ragioniere, malgrado la maschera di Servillo, rimane il ragioniere. Ed è proprio grazie al personaggio che Girone riesce ad arrivare più di Servillo, purtroppo puntato dagli autori come favorito del film.

"Il Gioiellino" è una produzione importante, un film "storico" di qualità, ma la scelta degli obiettivi da centrare non rende merito allo sforzo e il tutto finisce per non avere la forza di appassionare.

01/03/2011, 14:24

Stefano Amadio