Fondazione Fare Cinema
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I vincitori dell'Ares Film e Media Festival 2010


I vincitori dell'Ares Film e Media Festival 2010
Premio Migliore Film
A Nord Est di Milo Adami e Luca Scivoletto (Italia, 2010)
Motivazione "A Nord Est" è un racconto fatto con curiosità, libertà e capacità di ritrarre la complessità del reale. È un film geografico che traccia le traiettorie dello sviluppo del territorio attorno a Venezia, con attenzione ai dettagli urbanistici, alle storie degli uomini che vi abitano ed ai meccanismi con i quali la macchina dello sviluppo si arroga il diritto di rimodellare il territorio. Agli autori va il merito di aver saputo coniugare in modo efficace, la distanza delle carte topografiche con la prossimità dei volti e delle voci dei veneti. Il racconto disegna quel territorio con attitudine critica ed ironia, con uno sguardo che riesce a ritrarre in un convincente intreccio stilistico, le aspettative ed i sogni, le strade e i ponti, la terra e i soldi che hanno cambiato quel mondo.

Premio Migliore Opera di Innovazione del Linguaggio (ex-aequo)
Murgia Tre Episodi di Cosimo Terlizzi (Italia, 2008)
Motivazione: "Murgia" è un film da sfogliare come un'enciclopedia. Contiene voci di botanica e di agronomia, tra queste pagine anche l'essere umano diventa un astratto animale che si sposta, spesso solitario, in un maggiolone volkswagen verde. L'autore con grande ironia riesce, nei tre episodi di cui è composto il film, a fare un ritratto dell'altopiano della Murgia con finta oggettività.
Attraverso l'uso spregiudicato degli elementi formali e di testo propri del documentario televisivo classico, la narrazione segue un tono grottesco ed è filtrata abilmente dallo sguardo di chi vive quei luoghi. La realtà è filmata da una lente che distorce regalando allo spettatore dei momenti in cui si svela in modo brillante il carattere più intimo di quei luoghi.
Il Pittore di Cieli di Jorge Morais Valle (Spagna, 2009)
Motivazione: "Il Pittore dei Cieli" non è solo un film di genere: animazione. Ma l’animazione di un film, la capacità di animare e rendere reali cose, fatti e personaggi in un mondo sospeso tra illusione e metafore. L’innovazione non è nel linguaggio, ma nella capacità di rendere il linguaggio – in questo caso tecnologico e digitale – ancora un prodotto innovativo nell’epoca dell’espansione tecnologia.
In sostanza gli attori del film il pittore di cieli si muovono davvero e non soltanto perché qualcuno li ha saputi animare.

Premio Migliore Opera di Interpretazione della Contemporaneità
Destinazione Finale di Philip Widmann (Germania, 2008)
Motivazione: "La Destinazione finale" del titolo è il dilemma insolvibile dello spettatore, che assiste ad un viaggio senza inizio e senza fine, un viaggio racchiuso tra gli apici della Storia, un viaggio affascinante sebbene inconoscibile.
Chi è l'uomo che come un qualsiasi turista viaggia tra le capitali europee, da Atene a Berlino, tra il 1963 ed il 1965? Chi è la persona che lo ha filmato lungo tutto il viaggio? Perché questo filmato, ritrovato in un archivio vietnamita, risulta così magnetico? Questo film, raffinato ed ineffabile, racchiude alcune idee chiave appartenenti al mondo e al tempo della nostra contemporaneità. Prima tra tutte l'idea di archivio. Lo sguardo dell'autore, si indirizza verso quello dello storico, il tentativo è quello di reinterpretare in modo nuovo, con la distanza della storia, la vasta produzione di immagini, spesso spontanee, di produzione turistica, di fruizione familiare, immagini povere, immagini del secolo scorso. Il cinema, si sa ha poco più di cento anni, ed oggi inizia a guardare con curiosità, a quella che è stata la sua infanzia.

Menzioni Speciale
Alisya nel Paese delle Meraviglie di Simone Amendola (Italia, 2009)
Un opera reportage ben fatta, utile e fatto di cose vere e reali. Alysia è un ritratto di una realtà che va ritratta per poterla ri-costruire, ripensare e forse modificare. L’autore restituisce in maniera elegante la rappresentazione di giovani che gli consegnano le loro verità. Ancora una volta, Pasolini ci insegna come la vita si ritrae solo e soltanto nella vita stessa. Questa opera merita la menzione speciale anche per aver colto un tema di grande attualità della periferica zona urbana romana, senza declinazioni e atteggiamenti drammatici e superflui.
Il Mare di Joe di Enzo Incontro e Marco Mensa (Italia 2010)
Motivazione:; Documentario in cui è forte il senso di identità e appartenenza all’Italia, alla terra siciliana e in particolare al suo mare. Attraverso la figura di Linuccio vengono ripercorsi momenti dell’immigrazione degli esperti pescatori di Marittimo verso i mari dell’Alaska. L’alternanza del dialetto siciliano e dell’inglese è riflesso di quel fenomeno sociale che tra gli anni ’30 e ’50 ha interessato una generazione che ha provato a cambiare vita e ha confrontarsi con il nuovo mondo, alla ricerca di nuove e migliori opportunità di vita e di lavoro offrendo le proprie conoscenze, le proprie tradizioni, la propria creatività. Racconto di grande qualità, che merita la menzione perché si dimostra avvincente nell’idea e nel modo di affrontarla.

23/12/2010, 19:45

Simone Pinchiorri