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"Henry": il pulp all'italiana di Alessandro Piva


Chi è Henry? E' l'amico con cui organizzare delle “seratine” indimenticabili. E' l'ospite cosi conteso, che per averlo si arriva a sparare e morire. Ma allo stesso tempo è un soggetto pericoloso, e avvicinarsi troppo, spesso può essere fatale. “Henry” è l'eroina, così chiamata dai narcotrafficanti ghanesi, da cui prende il titolo l'opera terza di Alessandro Piva, unico film italiano in concorso alla ventottesima edizione del Torino Film Festival.

Parlando della pellicola, il regista la definisce "una vera follia, come folle è la scelta di Gianni Amelio di volerlo come unico italiano". E in effetti l'operazione potrà sembrare anticonvenzionale sotto vari punti di vista. Il vero protagonista di “Henry” è proprio “Henry” stesso, e il film si dirama attraverso una serie di storie che vanno a intrecciarsi fra loro. Ci sono due giovani amanti che si ritrova implicata in uno strano omicidio. C'è una coppia di poliziotti , che dopo anni di servizio entra in crisi, a causa della prossima paternità di uno dei due agenti. C'è una squadra di pusher africani che cerca di farsi spazio nel mercato romano della “polvere bianca”. C'è una banda di criminali meridionali, “quelli di Civitavecchia”, che invece non accetta concorrenti nel traffico illecito di stupefacenti.

Un pulp all'italiana ben diretto e costruito attraverso un montaggio incalzante, interrotto di tanto in tanto da brevi monologhi dei personaggi che, guardando in macchina, parlano direttamente allo spettatore, come in una sorta di limbo emotivo, attraverso il quale Alessandro Piva riesce a mettere in scena i lati più reconditi dei loro caratteri. Il film parte in sordina, ma esplode in un intreccio di violenza e humor nero, degno del miglior Tarantino. E la cura nella costruzione dei personaggi, la si vede anche al termine dei titoli di coda, quando il vecchio boss, dopo una sequenza di efferati omicidi, ordina al braccio destro di mettersi la cintura di sicurezza, come a voler ricordare che nell'Italia di oggi, si può essere illegali e al tempo rispettosi della legge, perchè forse la linea di confine non è poi così grande.

04/12/2010, 15:28

Antonio Capellupo