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Ventiquattro registi raccontano Napoli


Ventiquattro registi raccontano Napoli
Prendi ventiquattro registi, affida loro una macchina da presa, e poi abbandonali nel cuore di una delle città più belle e allo stesso tempo ricche di contraddizioni del nostro Paese. Ciò che è venuto fuori da questo esperimento produttivo è il documentario “Napoli 24”, presentato in anteprima assoluta in occasione della ventottesima edizione del Torino Film Festival nella sezione “Festa Mobile – Figure nel paesaggio”.

A realizzare i corti che lo hanno portato ad essere un lungometraggio di 75' è stata una serie di autori legati al capoluogo campano per nascita, lavoro o semplice passione, che hanno restituito dei flash della città molto personali. Nonostante i registri e i sottogeneri utilizzati siano spesso molto diversi fra loro, passando dalla docufiction all'inchiesta, il film riesce a mantenere un buon equilibrio interno. Il documentario si apre con una sorta di tableaux vivant in movimento, realizzata da Giovanni Cioni, che nei tre minuti previsti offre allo spettatore un panorama del porto dalle prime luci del giorno all'alba del dì successivo, ventiquattro ore di vita urbana e di navi in continuo movimento. Il film quindi prosegue trattando tematiche che, nel bene e nel male hanno reso celebre Napoli in tutto il mondo, dalla buona cucina alla camorra, dalla musica allo spaccio di stupefacenti.

C'è spazio anche per il problema rifiuti, raccontato da Gianluca Loffredo attraverso una “gita fuori porta” di due personaggi, un pastore ed un maiale, il primo angosciato dalla presenza dell'immondizia a bordo strada, il secondo ben contento. Tra le firme più note al grande pubblico, anche Pietro Marcello, che ha rivolto l'attenzione a chi sistema le strade, picchettando sanpietrini sfidando il caldo estivo e Paolo Sorrentino autore di un ritratto in chiave rock di Luisa de Gregorio di San’Elia Cattaneo, principessa di un regno non più nobile come un tempo.

02/12/2010, 19:25

Antonio Capellupo